Ignorando le turbolenze sui mercati legati alle crisi bancarie degli ultimi giorni la Bce ha deciso di alzare comunque i tassi d’interesse di un ulteriore mezzo punto percentuale. Portando il tasso sui rifinanziamenti principali al 3,50%, quello sui depositi al 3%, e quello sui prestiti marginali al 3,75%. L’inflazione “dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”, è la spiegazione del consiglio direttivo, secondo cui “il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità“. Il direttivo fa sapere comunque di seguire “con attenzione le tensioni in atto sui mercati” e di essere “pronto a intervenire ove necessario per preservare la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nell’area dell’euro”. “In ogni caso – si ricorda – la Bce dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria”.

La Bce non ha però inserito nel comunicato sulla decisione odierna del rialzo dei tassi, alcun riferimento alle prossime mosse. “L’elevato livello di incertezza”, si limita a scrivere il direttivo, “accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo”, che “saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria”. Nella conferenza stampa seguita alla decisione Christine Lagarde ha affermato che “c’è ancora molta strada da fare” ma che il cammino dipenderà dall’evoluzione della situazione. Lagarde ha aggiunto che la baca centrale monitora la situazione ed è “pronta ad agire” per preservare la stabilità necessaria. “In caso di necessità abbiamo gli strumenti per farlo”, ha spiegato. “Non è possibile in questo momento determinare su quale sentiero andremo avanti”.

“Abbiamo dimostrato in passato” che la Bce può “dimostrare creatività se ci fosse una crisi di liquidità, ma non la vediamo attualmente” ha detto la presidente ribadendo che le banche dell’eurozona sono molto più forti, grazie alle regole di Basilea 3, ai nuovi requisiti di capitale, “il settore è molto molto più forte del 2008”. Ma “abbiamo gli strumenti disponibili che siamo sempre pronti ad attivare quando e se necessario”, ha aggiunto.

“Il settore bancario dell’area dell’euro è dotato di buona capacità di tenuta, con solide posizioni di capitale e liquidità” scrive la Bce nel suo comunicato sui tassi secondo cui “in ogni caso” l’istituto centrale “dispone di tutti gli strumenti necessari per fornire liquidità a sostegno del sistema finanziario dell’area dell’euro, qualora ve ne sia l’esigenza, e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. L’esposizione delle banche europee a Credit Suisse è “limitata e non c’è concentrazione”, ha detto il vicepresidente della Bce Luis De Guindos. In ogni caso, ha spiegato, “abbiamo gli strumenti per fornire liquidità nel caso servissero”.

De Guindos, ha però avvertito i ministri delle Finanze dell’Ue, riuniti martedì a Bruxelles per l’Ecofin, che alcune banche dell’Eurozona potrebbero essere vulnerabili al rialzo dei tassi di interesse. De Guindos ha incontrato i ministri delle Finanze dopo il fallimento di Svb ma prima delle turbolenze sul Credit Suisse. Guindos, parlando delle condizioni delle banche europee dopo il crac di Svb, avrebbe detto che i nostri istituti sono molto meno esposti delle loro controparti americane ma ha anche avvisato di non essere compiacenti e ha avvertito che una mancanza di fiducia potrebbe scatenare il contagio.

Nella crisi, innescata dalla guerra in Ucraina, la reazione dell’Ue “ha avuto chiari-scuri: ha messo un tetto al prezzo del gas per battere l’inflazione e da questo punto di vista l’Ue ha battuto un colpo ma secondo me l’Ue della moneta, mi riferisco alla Bce, non si sta muovendo nella giusta direzione, anche se oggi c’è stato un inizio di ripensamento. A nostro giudizio non è un buon modo di affrontare l’inflazione”, ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.

SALGONO ANCORA LE RATE DEI MUTUI – Secondo le prime simulazioni l’impatto sulle rate di un mutuo a tasso variabile in seguito al nuovo rialzo deciso oggi arriva a oltre il 6% in più. E’ quanto stima Mutuionline secondo cui “rispetto a febbraio dello scorso anno la rata di un mutuo variabile, da 140mila euro a 20 anni è aumentata, fino a questo momento, del 25,3% (da 625 euro a 783 euro), e per un mutuo da 250mila a 30 anni è cresciuta del 43,7% (da 793 a 1.139 euro). Con l’ulteriore aumento la rata a 20 anni toccherà quota 819 euro e a 30 anni 1.212 euro, con un ulteriore aumento della rata rispettivamente del 4,6% e del 6,4% rispetto ad oggi.

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