“Quello che mi appassiona e che perseguirò fino alla fine è la mia piena riabilitazione giuridica e morale – che devo a me stesso, alla mia famiglia e agli altri statistici in Grecia, nell’Unione Europea, ma anche in tutto il mondo, che devono poter lavorare esclusivamente sulla base dei principi dell’etica statistica per la produzione di statistiche affidabili”. È stata questa la reazione di Andreas Georgiou dopo che, mercoledì, la Corte europea dei diritti umani ha condannato la Grecia per aver negato all’ex capo dell’ufficio statistico (Elstat) un equo processo.
La Corte di Cassazione, senza dare ragioni, aveva rifiutato di sottoporre il suo caso alla Corte di giustizia europea. Georgiou, che ha diretto l’ufficio statistico dal 2010 al 2015, ha condotto la revisione al rialzo del deficit e del debito pubblico greco dopo anni in cui le autorità avevano sostanzialmente falsato i conti. Di lì la crisi del debito sovrano e l’operazione di “salvataggio” della Grecia da parte della Troika. Da allora, come abbiamo su raccontato FqMillennium 39 dell’ottobre 2020, maggioranza e opposizione lo hanno individuato come capro espiatorio ed è iniziata una lunga persecuzione giudiziaria ai suoi danni, nonostante numerosi appelli di società scientifiche e premi Nobel preoccupati per l’indipendenza di chi produce le statistiche ufficiali dei Paesi Ue.
L’ex capo di Elstat, che da allora vive negli Usa dopo aver ricevuto pesanti minacce, è stato condannato in appello nel 2017 per aver violato il dovere d’ufficio avendo diffuso le informazioni sul deficit fiscale del 2009 senza averle comunicate prima al consiglio di amministrazione dell’Elstat e senza aver chiesto il suo consenso alla diffusione. Georgiou ha spiegato che le sue azioni erano conformi al principio dell’indipendenza professionale previsto dal Codice europeo di statistica, secondo cui il capo dell’autorità statistica ha la “responsabilità esclusiva” della decisione di diffondere le statistiche. Sulla base di questa argomentazione è ricorso in Cassazione per domandare una pronuncia in via pregiudiziale della Corte europea di giustizia. Ma la richiesta è stata respinta. Secondo la Cedu non sono state fornite ragioni precise ed è stato violato il diritto dell’ex capo dell’Elstat a un equo processo. I togati di Strasburgo sostengono che ora il solo modo per rimediare è che la Corte di Cassazione riapra il caso se Georgiou dovesse farne richiesta.
La regola europea sulla responsabilità esclusiva dei numeri uno degli istituti di statistica “è di fondamentale e cruciale importanza per l’affidabilità delle statistiche ufficiali dei Paesi Ue e la loro protezione da ogni tipo di intervento politico e governativo – proprio la patologia che ha portato al fenomeno delle “statistiche greche”. E’ per questa ragione che le decisioni della Corte, con il riconoscimento che la mia condanna è stata ingiusta, è particolarmente gratificante“, scrive Georgiou in una nota, aggiungendo nonostante la sua persecuzione abbia “avuto pesanti ripercussioni personali” non ha voluto chiedere un risarcimento economico, scegliendo invece di concentrarsi sulla difesa dell’indipendenza della statistica ufficiale.