Un gradevole ritorno al passato: è questa la prima impressione che salta in mente osservando la capote retrattile di tela della nuova Ferrari Roma Spider, ultimo gioiello decapottabile made in Maranello. Negli ultimi anni, infatti, il “soft top” era stato accantonato dal Cavallino in favore di soluzioni rigide ripiegabili. Tuttavia, i progressi tecnici delle capote in termini di isolamento acustico e termico nonché i benefici di questa soluzione – peso complessivo più contenuto e fascino da vendere – hanno spinto la Ferrari a riproporre il classico tetto di tela, che su una Rossa a motore anteriore non si vedeva da oltre mezzo secolo.

La Spider unisce al conturbante linguaggio stilistico della Roma coupé la possibilità di viaggiare a cielo aperto: per aprire il tetto – formato da una trama a cinque strati – bastano 13,5 secondi; operazione che si può fare anche in marcia, fino a 60 all’ora di velocità. Si parlava di comfort pocanzi: bene, i tecnici in Rosso hanno studiato un nuovo deflettore, integrato nella zona posteriore, in grado di ridurre sensibilmente le turbolenze a cui sono esposti gli occupanti quando si viaggia col vento fra i capelli. Sempre in coda, inoltre, è presente un’ala mobile, capace di generare 95 kg di carico verticale alla velocità di 250 km/h.

Sotto al cofano anteriore figura il noto V8 biturbo di 3.9 litri, capace di rogare 620 CV di potenza massima e 760 Nm di coppia motrice, trasferiti alla strada dalle ruote posteriori di trazione tramite un cambio doppia frizione a otto marce, collocato al retrotreno. A tenere a bada la cavalleria pensa il sistema Side Slip Control 6.0, il cervello elettronico dell’auto che aiuta il guidatore a spremere il meglio dalla meccanica, rendendola “accessibile” anche a chi non è un pilota. Il peso totale rispetto alla Roma coupé cresce di 84 kg, a quota 1.556 kg a secco (con i contenuti opzionali di alleggerimento). Brutali le prestazioni: oltre 320 km/h di velocità massima, zero-cento divorato in 3,4 secondi e 9,7 per toccare i 200 all’ora.

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