Le urne dei sorteggi delle coppe europee hanno detto bene alle squadre italiane ma non al Viminale. Mentre a Napoli ancora si contano i danni per la guerriglia urbana scatenata dagli ultras dell’Eintracht Francoforte e quelli partenopei, gli incroci dei quarti di Champions, Europa League e Conference League fanno salire l’allarme nelle stanze del ministero. C’è una partita cerchiata in rosso: Roma-Feyenoord. Ma non è l’unica a preoccupare questure e funzionari, perché nei prossimi quaranta giorni bisognerà gestire due derby di Champions tra Napoli e Milan, nonché la trasferta degli ultras nazionalisti del Lech Poznan a Firenze nei quarti di Conference League. Senza contare l’impegno della Nazionale di Roberto Mancini contro l’Inghilterra, ancora a Napoli, giovedì 23 marzo. Per il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, teorico del pugno di ferro, sarà un mese di fuoco.
Il precedente della Barcaccia (e quello di Piantedosi)
La data più calda è il 20 aprile, quando i tifosi del Feyenoord torneranno nella Capitale otto anni dopo i sedicesimi di finale di Europa League. Salvo nuovi divieti, che potrebbero non bastare come dimostrato dall’Eintracht. L’ultimo no agli olandesi a Roma risale allo scorso settembre quando fu proprio Piantedosi, da prefetto di Roma, a vietare la trasferta in occasione del match contro la Lazio. La motivazione? La stessa che ora desta preoccupazione, quel precedente del 19 febbraio 2015 quando gli ultras del club di Rotterdam provocarono disordini in piazza di Spagna, dove danneggiarono anche la Barcaccia del Bernini appena restaurata: molti negozianti furono costretti a chiudere, mentre romani e turisti dovettero scappare. Una vera e propria devastazione alla quale fecero seguito, fuori dallo stadio Olimpico, scontri con la polizia, risse e vetrine di negozi distrutte. Vennero arrestati 28 ultras olandesi e per sei di loro, nel 2021, è arrivata la condanna del tribunale di Roma a pene fino a 4 anni.
Le prime minacce: “Vi distruggiamo la città”
Una vicenda che ha lasciato strascichi pesanti tra le due tifoserie, come dimostrano gli scontri in occasione della finale di Conference League, a Tirana, lo scorso maggio. Le violenze iniziarono già nella notte precedente alla partita con 12 feriti e una sessantina di arresti. Subito dopo il sorteggio, sotto il post ufficiale del club con il quale si annunciava l’incrocio, tifosi della squadra di Rotterdam hanno commentato: “Vi distruggiamo la città”. A tutti i precedenti bisogna aggiungere altri elementi di allerta. Da anni infatti esiste un’amicizia informale tra la curva del Napoli e gli hoolingans olandesi, oltre al periodo irrequieto che il tifo organizzato romanista sta attraversando in ambito europeo. Al blitz dei tifosi della Stella Rossa Belgrado contro lo storico gruppo dei Fedayn, è seguito l’agguato degli ultras della Real Sociedad nel ritorno degli ottavi di Europa League a San Sebastian.
I limiti dei divieti e l’ingorgo di trasferte
Il Viminale si troverà di fronte a una scelta simile a quella che ha dovuto prendere in vista di Napoli-Eintracht con la consapevolezza, ora, che potrebbe non bastare. Perché vietare la vendita dei tagliandi può al massimo scoraggiare ma di certo non proibire lo spostamento in territorio europeo delle frange violente del tifo, come hanno dimostrato i tedeschi. E c’è da tenere in considerazione anche il nervosismo già manifestato dai vertici Uefa per le decisioni prese dall’Italia in occasione degli ottavi di Champions, in parte cassate anche dal Tar Campania. Prima del 20 aprile, al ministero dovranno anche decidere come gestire la trasferta dei napoletani a Milano nella settimana precedente e quella dei rossoneri a Napoli negli stessi giorni. Le due tifoserie non hanno fatto registrare particolari tensioni negli ultimi anni. L’episodio recente più rilevante risale al 2012 quando alcuni pullman si incrociarono all’autogrill di Cantagallo, sull’A1, nei pressi di Bologna, e scoppiarono scontri con un tifoso che rimase ferito da una coltellata.
I polacchi del “pelota o plomo”
C’è poi il capitolo Fiorentina-Lech Poznan da monitorare. La squadra polacca ha una delle tifoserie tra le più “calde” dell’Est Europa e la curva, lo scorso anno, arrivò a ‘motivare’ i giocatori con una coreografia inneggiante a Pablo Escobar accompagnato dalla scritta “Pelota o plomo”. Nel 2015, in occasione di un preliminare di Champions League contro l’Fk Sarajevo, si scatenò una battaglia nel centro della città: si contarono 30 ultras ricoverati per le ferite riportate negli scontri. C’è anche un piccolo precedente proprio con la tifoseria viola, che risale sempre a otto anni fa quando i polacchi attesero gli appartenenti al “Viola Club Polonia” fuori dallo stadio e, accerchiato il gruppo, rubarono il loro striscione. Uno dei più grandi affronti nel linguaggio del mondo ultras. Una nota di positività: a campi invertiti non si registrarono disordini, anzi. Un gruppo di tifosi polacchi notò un borseggiatore rapinare una turista in centro, inseguì l’uomo e lo bloccò.