I pm di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo hanno disposto perquisizioni nelle abitazioni di quattro persone. Anche Laura Bonafede, cugina di Emanuele Bonafede e figlia di Leonardo, lo storico boss di Campobello legatissimo ai Messina Denaro. I carabinieri continuano a lavorare per indicare le persone celate dietro a nomi in codice nei pizzini del padrino
Ci sono nuovi indagati nell’inchiesta sui favoreggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro. Giovedì la procura di Palermo ha chiesto e ottenuto l’arresto di Emanuele Bonafede e della moglie Lorena Lanceri, finiti in carcere per favoreggiamento. Oggi a Campobello di Mazara sono scattate nuove perquisizioni. Da due mesi, cioè dal giorno dell’arresto che ha messo fine a trent’anni di latitanza, l’ufficio inquirente guidato a Maurizio De Lucia sta cercando di ricostruire la rete di fiancheggiatori del boss delle stragi. Per questo motivo i pm di Palermo Pierangelo Padova e Gianluca De Leo hanno disposto perquisizioni nelle abitazioni di quattro persone: si tratta di Laura Bonafede, cugina di Emanuele Bonafede e figlia di Leonardo, lo storico boss di Campobello legatissimo ai Messina Denaro. Perquisite anche le abitazioni dell’imprenditore agricolo Gaspare Ottaviano Accardi, della moglie, Dorotea Alfano, e di Leonarda Indelicato. Secondo l’agenzia Ansa sono indagati a vario titolo per favoreggiamento personale e procurata inosservanza della pena.
Il nome di Laura Bonafede era contenuto nell’ordinanza di misura cautelare emessa ieri dal gip di Palermo. Insegnante alle elementari, fino a due giorni prima dell’arresto la donna ha incontrato il boss latitante: i carabinieri del Ros hanno acquisito le immagini di sorveglianza del supermercato Coop di Campobello, che mostrano i momenti dell’incontro tra i due davanti al banco salumeria. Moglie dell’ergastolano Salvatore Gentile, Laura Bonafede aveva con Messina Denaro una fitta corrispondenza, che in alcuni passaggi tradiva anche gelosia. Per sua figlia, Martina Gentile, il padrino utilizzava parole colpe di stima nei pizzini che inviava ai suoi familiari. Pure la ragazza aveva un nome in codice nell’indirizzario del boss: era “Tan”.
Intanto proseguono le indagini per individuare le persone citate da Messina Denaro nei suoi pizzini, usando nomi in codice. “Romena, Depry, Blu, Bagnino”: sono i nuovi nickname che compaiono nei bigliettini trovati nel corso delle perquisizioni. Si allunga dunque la lista delle identità segrete che i carabinieri del Ros e quelli di Trapani dovranno decriptare. Si tratta comunque di personaggi vicini al capomafia citati nelle corrispondenze tra il padrino e alcuni suoi fedelissimi. Per gli inquirenti, invece, quando parlava di “Tramite“, “Lesto” e “Diletta“, Messina Denaro si riferiva a Lorena Landeci. “Cugino”era invece l’appellativo usato per riferirsi a Laura Bonafede.