Nei primi tre anni del governo dell’ex presidente Jair Bolsonaro, l’Agenzia di intelligence brasiliana (Abin) ha utilizzato un programma segreto per monitorare la posizione dei cittadini attraverso i dati dei telefoni cellulari che utilizzano le reti 2G, 3G e 4G. Senza cercare una giustificazione formale, senza alcuna richiesta di autorizzazione giudiziaria e senza lasciarne traccia. L’inquietante caso di possibile spionaggio è stato denunciato in un’inchiesta giornalistica del quotidiano O Globo, secondo cui fino a diecimila persone l’anno potrebbero essere state seguite in ogni spostamento. Questo infatti è il numero massimo di tracking possibili attraverso il software FirstMile, sviluppato dall’azienda israeliana Cognyte (ex Verint).
Come funziona – Per avviare il monitoraggio, è necessario soltanto inserire il numero di cellulare della persona. Il programma crea uno storico degli spostamenti e permette la creazione di “alert in tempo reale” in caso di movimenti di persone di interesse verso indirizzi indicati. Un alto funzionario dell’Abin ha dichiarato a O Globo che il sistema potrebbe essere stato utilizzato “senza controllo“, anche perchè non offre la possibilità di identificare eventuali accessi indebiti. L’utilizzo abusivo di FirstMile, secondo il quotidiano, ha sollevato interrogativi tra gli stessi membri dell’intelligence, che hanno deciso di sospenderne l’impiego al termine di un’indagine interna nata per determinare i criteri per l’utilizzo della tecnologia. L’inchiesta era stata disposta in particolare dopo le segnalazioni secondo cui il programma era stato utilizzato anche per seguire gli spostamenti di alcuni agenti Abin.
Il “limbo legale” – Sempre secondo O Globo, il sistema è stato gestito approfittando di un “limbo legale“, poiché l’accesso ai metadati dei telefoni cellulari non è espressamente vietato dalla legge brasiliana. Tuttavia l’agenzia non dispone dell’autorizzazione per accedere ai dati privati dei cittadini, né tantomeno al monitoraggio continuo degli spostamenti. Considerate le numerose zone di ombra e il rischio di utilizzo politico dello strumento, a seguito della pubblicazione dell’inchiesta giornalistica, il ministro della Giustizia Flavio Dino ha riferito che la Polizia federale ha avviato una verifica sul “possibile spionaggio e il cattivo uso di strumenti dell’Abin”. Poche ore dopo, la Procura del Distretto federale ha informato di aver aperto un’inchiesta per far luce sul caso, che tuttavia – tra omissis e segreti di stato – potrebbe non decollre.
Il periodo di utilizzo – FirstMile, acquistato per 5,7 milioni di real (1,1 milioni di euro) senza gara d’appalto nel corso dell’amministrazione dell’ex presidente Michel Temer, è stato utilizzato nei primi anni di governo Bolsonaro e fino alla metà del 2021. A confermarlo è stata la stessa Abin in una nota ufficiale. Secondo l’agenzia il contratto relativo all’utilizzo del programma, di natura riservata, è iniziato il 26 dicembre 2018 e si è concluso l’8 maggio 2021. “La soluzione tecnologica in questione da allora non è più in uso presso Abin. Attualmente, l’Agenzia è in fase di miglioramento e revisione del proprio regolamento interno, in linea con l’interesse pubblico e l’impegno per lo Stato di diritto democratico”, spiega la nota. Per Alexandre Ramagem, direttore dell’Abin nel periodo interessato e attualmente deputato per il Partito liberale (lo stesso di Bolsonaro) l’uso del software non è stato irregolare. “Nel 2019, subentrando all’ente, abbiamo verificato formalmente il supporto legale di tutti i contratti relativi all’uso del programma. Per questo strumento abbiamo anche introdotto una specifica rettifica per affermarne il regolare utilizzo nella legalità da parte dei suoi amministratori, nel rispetto della trasparenza e dell’austerità”, ha scritto su Twitter. Restano tuttavia le ombre.
La transizione dell’Agenzia – L’Agenzia di intelligence brasiliana si trova in una delicata fase di transizione. Nel corso del governo Bolsonaro era subordinata al Gabinetto per la sicurezza istituzionale (Gsi), struttura equiparata a ministero che coordina le attività di intelligence del governo e monitora questioni di “rischio potenziale” per la stabilità istituzionale. Il 2 marzo il nuovo presidente Luiz Inacio Lula da Silva ha trasferito il controllo politico-amministrativo dell’Abin al ministero della Casa Civile, uno dei ministeri “politici” più importanti, cui spetta il coordinamento e il monitoraggio le attività dell’intero governo. Il trasferimento è stato disposto prima che la nomina del nuovo direttore generale, Luiz Fernando Correa, venisse approvata dal Senato. Anche se l’orientamento di Lula è quello di “non sprecare energie” sulla vicenda, lo scandalo potrebbe travolgere l’istituzione in un momento di particolare vulnerabilità.