Il pronto soccorso dell’ospedale regionale di Ancona è senza primario da più di tre anni: la nuova direzione generale blocca, poi cancella il concorso bandito a giugno 2022 e adesso pubblica un nuovo bando. Ad annunciare la notizia, tra lo stupore generale, il 7 marzo scorso era stato l’assessore regionale alla Sanità delle Marche, il leghista Filippo Saltamartini, adducendo una motivazione particolare: “La procedura concorsuale – ha detto pubblicamente in risposta a una interrogazione urgente del Partito Democratico – è stata bandita il 23 agosto 2022 e pochi giorni dopo, il 27 agosto, è entrato in vigore un intervento normativo sui concorsi nella sanità, in particolare la norma che va a integrare il decreto legislativo 502 del 1992. In pratica si stabilisce che le commissioni d’esame per i concorsi debbano garantire la parità di genere dei suoi componenti. Il bando emanato il 23 agosto viene dunque riformulato e la direzione di Torrette ha comunicato che il concorso, garantendo la parità di genere in commissione, verrà ripubblicato con le necessarie modifiche”.
Leggendo il documento istruttorio che revoca la vecchia procedura, pubblicato mercoledì 15 marzo, si capisce che la parità di genere con la decisione di annullare il concorso non c’entra nulla. La visione strategica, con l’arrivo del nuovo direttore generale, è cambiata e dunque vanno modificati i termini e il risultato di quel concorso. Un’azienda può decidere di modificare un atto, tra cui un bando concorsuale. Il problema, nel caso in analisi, sorge analizzando le motivazioni prese dalla direzione generale dell’azienda ospedaliero-universitaria delle Marche, di cui l’ospedale di Torrette fa parte.
A mettere tutti d’accordo ci ha pensato la determina del direttore dell’azienda di Torrette, Armando Gozzini, ex direttore del Servizio Salute della Regione Marche, ufficialmente in carica dall’1 febbraio scorso dopo il pensionamento del suo predecessore, Michele Caporossi: “Non conosco ciò che ha detto l’assessore Saltamartini, non seguo la politica e i giornali, io rispondo degli atti dell’azienda – spiega Gozzini – Sono intercorse novità da otto mesi a questa parte, l’azienda ha modificato la sua funzione e i suoi orizzonti e dunque abbiamo deciso di cambiare anche le regole dei concorsi, pronto soccorso compreso. Regole più trasparenti, a tutela dei candidati, senza alcuna discrezionalità da parte del sottoscritto. Ricorsi da parte dei candidati del vecchio bando? Siamo in un paese democratico, ognuno può fare le sue scelte, noi siamo tranquilli e forti della trasparenza messa in campo. Inoltre ci siamo rivolti agli studi legali più importanti, oltre al nostro interno, per limitare certi rischi”.
L’unico orizzonte del pronto soccorso di Torrette è quello di riuscire a coprire i turni giornalieri vista la gravosa carenza di organico. Di recente la direzione ha dovuto bandire una selezione per assumere a tempo determinato (6 mesi) due dottoresse giovani e inesperte pagate il doppio rispetto ai medici strutturati. Nessuno, o meglio in pochi, vogliono lavorare nel pronto soccorso – unico Dea di II Livello delle Marche – che fa 150-200 dispatch al giorno e riceve pazienti da tutta la regione grazie alle due eliambulanze del 118 che trasportano tutti i traumi e i casi clinici più delicati del territorio. Turni massacranti, zero incentivi, il rischio di essere aggrediti e gli insulti gratuiti tutti i giorni.
L’ultimo fatto di cronaca è avvenuto giovedì notte quando un uomo in stato di ebbrezza ha seminato il panico tra i pazienti e i visitatori, aggredendo i sanitari e la guardia giurata (unico baluardo di notte, con il posto fisso di polizia attivo solo di giorno) imbrattando di sangue tutto il reparto: “Ormai siamo abituati al peggio – racconta a ilfattoquotidiano.it uno dei medici più esperti del pronto soccorso di Torrette – Fatti del genere continuano a ripetersi nel silenzio totale delle istituzioni. Non ci si deve meravigliare per quanto accaduto l’altra notte, siamo in prima linea, carne da macello destinata all’estinzione. I tempi in cui eravamo gli angeli del soccorso, durante la pandemia, sono un pallidissimo ricordo Lavoriamo duro e rischiamo la nostra incolumità per una paga identica se non inferiore ad altri colleghi. Se la politica non lo capisce credo che per questo reparto non ci sarà un futuro”.
Come accennato in precedenza, il primario al pronto soccorso di Torrette manca dal 2020, ma il reparto va avanti facendo miracoli. Lo fa grazie al ruolo di facente funzione della dottoressa Susanna Contucci, subentrata da quando il ruolo è rimasto vacante all’inizio della pandemia, evitando all’epoca la deriva del virus. Tornando al concorso cancellato, Saltamartini oggi spiega di non essere “in grado di rispondere in questo momento, prima devo incontrare l’azienda”. Martedì 21 dovrà però rispondere di nuovo all’interrogazione del consigliere di opposizione Romano Carancini (Pd): “Il 7 marzo scorso Saltamartini si è inventato una nuova norma, simbolo della confusione e dello sfascio a cui lui non sa dare risposta – ha detto l’ex sindaco di Macerata – La questione della parità di genere è una scusa per giustificare la scelta di rifare il bando”. E si spinge a dire: “Forse perché ci sono amici degli amici che devono essere nominati, in barba alle aspettative dei cinque già selezionati a seguito delle domande. È come per dire che ‘le regole valgono per tutti ma non per chi le fa’, di certo non per Saltamartini che umilia la sanità marchigiana”.
Nel frattempo il nuovo bando per conferire l’incarico quinquennale – con opzione per altri cinque anni – di primario del pronto soccorso e dell’Obi, Osservazione breve intensiva, è stato pubblicato. Con buona pace dei cinque candidati che avevano presentato le loro credenziali, quattro dei quali sono o sono stati in servizio in pronto soccorso durante la loro carriera. Aspettavano solo la prova decisiva del colloquio prima della pubblicazione della graduatoria, ma non è escluso che tutti o alcuni di loro facciano ricorso. Intanto potranno partecipare al nuovo bando, sempre basato su due prove: 30% il curriculum del candidato, 70% il colloquio con la commissione, a questo punto in regola con la parità di genere. Entro fine maggio si dovrebbe finalmente arrivare alla nomina.