È stato cercato ovunque per più di due mesi ma il suo corpo era sempre stato all’interno della sua abitazione al terzo piano di viale Mazzini a Foggia. Raffaele Lioce, 80 anni, è stato ritrovato morto e sepolto dagli stessi rifiuti e oggetti che trovava per strada e accumulava in casa. È stata la ditta incaricata di sgomberare l’appartamento a rintracciare il corpo dell’80enne: dalla sua abitazione infatti uscivano soltanto topi e insetti.
Da fine novembre di Raffaele non si avevano più notizie. Il 16 febbraio era stata presentata una denuncia di scomparsa dopo la quale la prefettura ha avviato le ricerche; il 17 febbraio i vigili del fuoco avevano fatto un primo sopralluogo ma erano state rinvenute soltanto cianfrusaglie. Per i vigili è stato difficile addirittura aprire la porta d’ingresso data l’enorme quantità di rifiuti e oggetti che Raffaele, accumulatore seriale, teneva in ogni stanza del suo appartamento di quattro vani, ampio circa 120 metri quadri.
Raffaele, ex giocatore di hockey ed ex impiegato delle Poste, da anni non aveva più rapporti con la moglie e i due figli. Viveva della sua pensione e aveva un amministratore di sostegno. Non aveva amici e di solito andava a mangiare alla mensa per i bisognosi. Tutti a Foggia lo ricordano come un omone alto due metri che faceva fatica a camminare e andava in giro con le stampelle.
Ad accendere i riflettori sulla vicenda di Lioce è stata la trasmissione “Chi l’ha visto?” che dal primo marzo ha sostenuto la tesi che l’uomo potesse trovarsi ancora in casa. I vicini, esasperati dalla situazione igienico-sanitaria precaria e non riuscendo a stabilire alcun tipo di contatto con il pensionato, hanno lanciato numerosi appelli affinché ci fosse un intervento delle istituzioni. Ma solo da circa due settimane, su ordine del commissario prefettizio del Comune di Foggia, una ditta aveva iniziato a svuotare la casa, stanza dopo stanza, fino ad arrivare alla camera da letto: ed è proprio nella camera da letto che il cadavere di Raffaele è stato trovato, sotto il letto, quasi interamente sommerso dagli stessi oggetti che l’80enne accumulava patologicamente e da cui non aveva mai fatto cenno di volersi separare. Secondo una prima ispezione del cadavere, sarebbe morto per cause naturali, ma è stata comunque disposta l’autopsia.