È arrivata a Piombino, in provincia di Livorno, la nave rigassificatrice Golar Tundra acquistata da Snam a Singapore per 350 milioni di dollari. Dopo 26 giorni di navigazione dal Sud-Est asiatico, l’imbarcazione ha risalito il mar Tirreno, scortata dalla Marina militare, ed è ferma nel golfo di Follonica in attesa di entrare nel porto: le operazioni non potranno partire prima delle 22:30. Nell’ultimo tratto ha navigato scortata dalla Guardia costiera. In mattinata i cittadini contrari al progetto hanno organizzato un ultimo orgoglioso flash mob animato da una cinquantina di persone, che hanno marciato dalla stazione ferroviaria alla stazione marittima, poco più di un chilometro di strada. Negli scorsi mesi sono state una settantina le manifestazioni pubbliche, con cortei, raduni e sit-in.
In vista dell’arrivo della nave, la prefettura di Livorno ha coordinato una serie di servizi delle forze dell’ordine per cui pattuglie di polizia e carabinieri hanno vigilato sia all’ingresso della cittadina, sia sul viale che conduce al porto, che resta accessibile per i traffici marittimi, soprattutto passeggeri. Non è raggiungibile, invece – anche per ragioni di sicurezza – la banchina dove sarà ormeggiata la Golar Tundra, un molo che si trova dalla parte opposta della stazione marittima, in un’area portuale adiacente alle grandi acciaierie e alle altre industrie. Dall’abitato di Piombino sono visibili solo le luci di bordo nel buio: un po’ di foschia ha coperto il profilo della nave.
Le operazioni di attracco e ormeggio inizieranno solo dopo che sarà cessato il traffico marittimo commerciale dei traghetti per le isole, in particolare da e per l’Elba, verso cui esistono corse frequenti, anche a tarda sera. La nave è lunga circa trecento metri e può rigassificare fino a cinque miliardi di metri cubi di gas liquefatto l’anno: sarà operativa da maggio, quando saranno completati gli allacciamenti con lo snodo di metanodotti della rete nazionale nell’entroterra. In nottata, dopo aver preso il “punto pilota” al largo, verrà guidata dai rimorchiatori in porto, dove sono previste manovre di rotazione per il corretto affiancamento in banchina. Per effettuare tali operazioni è necessario evitare ogni tipo di movimento o ingombro navale o nautico all’interno del porto.