Le parole di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e alto dirigente di Fratelli d’Italia, sulle “coppie omosessuali che spacciano i bambini come propri figli” rappresentano evidentemente la linea del governo. Non ha imbarazzo a confermarlo la ministra per la Famiglia e (va specificato) per le Pari Opportunità Eugenia Roccella che a Mezz’ora in più, il programma su Rai3, ha avuto qualche riserva solo sulla scelta dei termini del dirigente meloniano ma non sulla sostanza del concetto: “Spacciare evoca altre cose, magari il termine non è corretto, ma la verità è quella che ha detto Rampelli”. Roccella, che parla all’indomani della manifestazione di Milano alla quale hanno partecipato circa 10mila persone, la spiega così: “Quando vai all’anagrafe devi dire una serie di cose: dove è avvenuta la nascita, devi dire chi è il genitore, e chiaramente se tu dici che entrambi i padri sono genitori dici una cosa che non è la verità perché uno dei due certamente non è la madre”. Quindi è un problema di verità di fronte alla legge?, le chiede Lucia Annunziata. “No, mi riferivo a quello che probabilmente intendeva il presidente Rampelli”.

Le parole di Rampelli hanno suscitato le proteste delle opposizioni. L’europarlamentare del Pd Pina Picierno parla di “violenza atroce, non soltanto nei confronti dei genitori che scelgono di accogliere con amore dei figli, ma soprattutto nei confronti dei bambini che nemmeno possono difendersi. Si spacciano (loro sì) per politici degni del governo del Paese, sono solo reazionari violenti“. La capogruppo al Senato dei democratici Simona Malpezzi sottolinea che nelle parole di Rampelli c’è “solo cattiveria”. “Nessun rispetto per gli altri, per chi la pensa diversamente da lui, per chi vive una realtà che c’è, per quanto a Rampelli possa non piacere – aggiunge – Un linguaggio inaccettabile nei confronti dei bambini. Questa è la destra che governa il Paese”. Critiche anche dal segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni che parla di modi “da osteria” e di dichiarazioni “del tutto sgradevoli, sbagliate e violente”.

Rampelli dal canto suo oggi è tornato sull’argomento prendendo a pretesto la festa del papà. In un lungo post su facebook fa gli auguri “a tutti i papà consapevoli di non poterlo essere senza una mamma. Affermazione tutt’altro che banale di questi tempi perché c’è chi ha scambiato le persone per oggetti o animali o specie arboree e i bambini per puffi, a proposito di peluche”. Il riferimento è probabilmente all’uso dei peluche nelle proteste di Cutro – in occasione del cdm organizzato nel luogo della strage dei migranti – ripreso alcuni giorni fa anche in alcune contestazioni al congresso della Cgil, al quale è intervenuta la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Naturalmente il discorso si sposta – come capita spesso in questi giorni – dalla questione della trascrizione anagrafica alla maternità surrogata. “Auguri a tutti i papà consapevoli di non poterlo essere senza una mamma, a coloro che, impossibilitati ad avere figli perché amano un altro uomo tengono per sé il loro desiderio e non compiono scelte egoistiche a danno delle donne di cui acquistano l’ovocita e affittano l’utero per nove mesi e dei bambini, destinati a crescere in una vita tormentata, semplicemente perché desidererebbero avere una mamma, come natura prevede”. E descrive il (suo) modo “giusto” di vedere un padre: “Un uomo che sa stare al suo posto, che insegna la gioia spensierata e l’amara rinuncia, che sbarra la strada alle scorciatoie quando contrastano con il bene comune, che difende sempre i bambini e il loro diritto a un’infanzia serena e naturale, è già padre. Perché da padre si comporta. Auguri a tutti i papà del mondo e a tutti gli uomini che si comportano da padri”.

Nell’intervista ad Annunziata la ministra Roccella ha smentito che esista “una negazione dei diritti dei bambini: tutti in Italia hanno gli stessi diritti”. “Anche per le coppie che hanno fatto ricorso all’utero in affitto vale la stessa cosa – ha aggiunto -. Quando si torna in Italia, il genitore biologico è riconosciuto. Il problema è che queste coppie a volte non accettano il riconoscimento del padre biologico e chiedono di essere iscritti all’anagrafe entrambi. La Cassazione ha detto che la strada da percorrere è l’adozione in casi particolari. Il secondo genitore può fare questo”. Per Roccella “non c’è differenza tra bambini, c’è un grande equivoco”. “Se una donna che ha un figlio, orfano o non riconosciuto da sola, si sposa con un altro uomo, affinché questo bambino sia figlio di quell’uomo c’è bisogno dell’adozione in casi particolari, che è facilitata, perché non c’è il processo dell’idoneità. Vengono date migliori garanzie al figlio”. “Il problema non è il genitore omosessuale che penso possa essere un ottimo genitore, ma il problema è antropologico, noi abbiamo un modello a cui tutti siamo affezionati, perché siamo nati dal grembo di una madre”, conclude.

Per la ministra della Famiglia dunque “andrebbe spiegato meglio il concetto di maternità surrogata, che apre ad un mercato di bambini. Ci sono fiere internazionali, una l’hanno provata a fare anche a Milano. Ma in Italia è vietata non solo la maternità surrogata ma anche la sua propaganda”. “Una maternità surrogata – continua – costa circa 100mila euro e alle donne arrivano circa 15-20mila euro. Con l’adozione noi rimediamo ad un danno, con la maternità surrogata invece ne programmiamo uno”. “Noi stiamo tornando indietro, non andando avanti – conclude la ministra -. Stiamo arrivando a forme di mercificazione e schiavitù del corpo femminile. Questo non è un fronte del progresso. Da una parte si comprano gli ovociti, dai depliant, dai cataloghi, da donne belle, alte, di una determinata religione e con un altro quoziente intellettivo. Dall’altra invece ci sono le donne che prestano l’utero con caratteristiche molto diverse”.

L’intervista ha assunto anche toni di tensione soprattutto per il fatto che da una parte Annunziata continuava a chiedere conto di provvedimenti del governo su bambini già nati, mentre la ministra riportava il discorso sulla maternità surrogata. “L’utero in affitto è un vero mercato, con tanto di fiere per scegliere pure il dna…”. La conduttrice Lucia Annunziata chiede invece più volte spiegazioni su quanto avvenuto in Senato, con lo stop in Commissione al certificato di filiazione Ue, parlando di approccio ideologico (“voi pensate che ci siano solo madre e padre”). La ministra tira dritto: “Il tempo manterrà queste caratteristiche dell’umanità e dell’umanesimo”, parole che vedono inalberarsi la giornalista: “Chi sgarra dall’idea che la famiglia è solo mamma e papà sgarra dall’umanesimo?”, chiede all’esponente del governo. “La politica – replica Roccella – serve a dare una visione per il futuro, è la politica che deve decidere se la maternità è una cosa da mercato, dobbiamo dare delle soluzioni, una visione per il futuro”. Ma Annunziata è tornata al punto su cui la ministra non stava rispondendo, cioè il voto in commissione Politiche europee per stoppare la trascrizione dei bambini già nati: “E prendetevi la responsabilità di farle queste leggi, c…!”. La conduttrice poi si è scusata più volte sia con l’esponente del governo sia con gli spettatori. La ministra in serata ha anche scritto un post su facebook in ricordo del suo papà – Franco Roccella, fondatore del partito radicale – in cui tra l’altro ha fatto gli auguri ai papà “così diversi dalle mamme, perché è grazie alla differenza dei corpi, dei caratteri, dei talenti, che si genera la vita e si crea quel tesoro irrinunciabile chiamato famiglia“.

Alla ministra risponde l’ex presidente della Camera Laura Boldrini, ora esponente del Pd: “Dalla grande manifestazione delle famiglie arcobaleno è giunta a gran voce una richiesta chiara: il diritto delle coppie omogenitoriali a trascrivere sull’atto di nascita dei propri figli i nomi di entrambi i genitori o le genitrici. Un diritto che ancora oggi, nel corso di una trasmissione televisiva, è stato negato dalla ministra Roccella, la quale, in virtù del suo ruolo, quel diritto dovrebbe garantirlo e invece non tiene in alcun conto il superiore interesse del minore. Così facendo, nega di fatto a tanti bambini e bambine di avere due genitori legittimamente riconosciuti dallo Stato. Una posizione dietro cui si nasconde in realtà ben altro intento: quello di veicolare l’attenzione sulla lotta alla maternità surrogata (la cosiddetta “gestazione per altri”) peraltro già da tempo vietata in Italia e di imporre un modello unico di famiglia, di tipo tradizionale. Una visione che vuole ignorare i mutamenti ormai avvenuti nella società e non più cancellabili. Se si ha sul serio a cuore l’interesse di bambini e bambine, l’ideologia tradizionalista della ministra Roccella va messa da parte: riconoscere i diritti dei figli di coppie dello stesso sesso è l’unica strada da seguire e per questo ci batteremo in Parlamento e nelle piazze”.

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