Confermarsi come campioni del rapporto qualità/prezzo e diventare un brand che sia sinonimo di concretezza e solidità tecnica. È questa la sfida a medio termine di Dacia, il marchio del gruppo Renault capace di totalizzare un sonoro +40,7% di vendite a livello europeo nel mese di gennaio scorso e piazzare la sua compatta Sandero al vertice del podio delle auto best seller nel primo bimestre 2023. La chiave del successo? La ricerca dell’essenzialità, ovvero la puntuale definizione dei contenuti tecnici di cui la clientela non può fare a meno, a scapito di ogni altro fronzolo.
“Dacia ha concluso con successo la fase di profonda trasformazione con il rinnovo di tutta la sua gamma, la diffusione della nuova brand identity e il rafforzamento delle sue offerte elettrificate” ha confermato in una nota ufficiale Denis le Vot, Ceo di Dacia: “Ora ci concentriamo sull’offensiva nel segmento C, sviluppando di conseguenza il nostro piano industriale e restando sempre fedeli ai nostri valori: offrire ai nostri clienti l’essenziale con il miglior rapporto prestazioni/prezzo”.
Nel 2025, quindi, il marchio lancerà sul mercato la versione di serie della concept Bigster, un robusto Suv da 4,60 metri di lunghezza. Il modello si baserà sulla piattaforma CMF-B, spina dorsale dell’intera offerta Dacia. E sarà della partita il powertrain full hybrid by Renault da 140 CV di potenza, che abbina un’unità termica da 1.6 litri da 92 CV a due motori elettrici e a un cambio robotizzato a quattro rapporti, privo di frizione, sincronizzatori e retromarcia. Alla propulsione da fermo e a quella a bassa velocità, retro inclusa, provvede l’unità elettrica principale da 49 CV. Il secondo motore elettrico, invece, serve per avviare il quattro cilindri a benzina e portarlo ai regimi di rotazione necessari per innestare le marce senza contraccolpi.
Della suddetta unità Full Hybrid beneficerà altresì la Duster di nuova generazione, che verrà commercializzata nel corso del primo semestre del 2024. Mentre fra il 2026 e il 2027 arriveranno altri due veicoli di segmento C. Ben venga l’ibrido, quindi, ma il marchio continua a credere pure nel caro e collaudato gpl, scelto dal 34% della clientela Dacia nel 2022. Del resto, il gpl rimane estremamente coerente con la filosofia del costruttore. In primis perché si tratta di un’alimentazione pratica: in Europa, per esempio, sono 30 mila i distributori di gas di petrolio liquefatti, di cui 4.500 ubicati in Italia: significa che una stazione di servizio su quattro distribuisce questo carburante, dunque non è difficile reperirlo. Poi c’è la questione del costo: la differenza di prezzo fra un litro di benzina e uno di gas, si aggira mediamente attorno a un euro al litro.
Ciò significa, per fare un esempio, che su una Duster i circa 600 euro di listino in più richiesti dalla motorizzazione bifuel rispetto all’equivalente solo a benzina si recuperano in meno di 9 mila km di utilizzo. E su 60 mila km – tenendo conto anche del costo dei filtri Gpl, che dovrebbero essere sostituiti ogni 15 mila – si risparmiano circa 3.250 euro rispetto all’equivalente versione a benzina. I vantaggi delle motorizzazioni GPL, che in casa Dacia si chiamano “Eco-G”, sono anche ambientali: quando funziona a Gpl anziché a benzina, il motore termico emette subito il 10% di CO2 in meno e circa il 55% in meno di NOx, mentre il particolato fine cala fino a 10 volte.
Tuttavia, il successo di Dacia passa anche per il maggior peso specifico che la marca sta riservando al design: “Rimane fra le principali ragioni di scelta di un’automobile, ecco perché stiamo lavorando per renderlo più accattivante; deve essere essenziale, ma non noioso e valorizzare il prodotto”, spiega Xavier Martinet, SVP, Dacia, Marketing, Sales & Operations: “La nostra filosofia aziendale piace al pubblico: il 75/80% dei nostri clienti sono ‘di conquista’ (cioè arrivano da altri marchi, ndr.) e i tre quarti di chi sceglie una Dacia ci riconferma la sua fiducia quando viene il momento di cambiare auto. Vuol dire che c’è un’alta fidelizzazione della clientela, figlia pure di un alto valore residuo dell’usato”.
Chiaro, però, che “il fattore prezzo rimane fondamentale in un momento in cui i nuovi modelli hanno dei listini sempre più impegnativi”, dice Martinet. E la sostenibilità? “Non passa solo dalla tipologia di motore. Ad esempio la Duster del 2024 sarà fatta per il 20% con materiali riciclati, contro il 12% attuale e l’8% medio degli altri costruttori. Inoltre, le nostre auto sono leggere: significa che per spingerle possiamo usare motori più piccoli, con consumi ed emissioni più bassi”. Anche questo significa essere green, per giunta a buon mercato.
Fatti a motore
Dacia lancia la sfida al segmento C: nel 2025 un modello ispirato alla concept Bigster
Il veicolo sarà basato sulla piattaforma CMF-B, che fa da ossatura a tutta la gamma del brand. Il nuovo Suv sarà prodotto nello stabilimento di Mioveni, in Romania. Valore fondante? L’essenzialità.
Confermarsi come campioni del rapporto qualità/prezzo e diventare un brand che sia sinonimo di concretezza e solidità tecnica. È questa la sfida a medio termine di Dacia, il marchio del gruppo Renault capace di totalizzare un sonoro +40,7% di vendite a livello europeo nel mese di gennaio scorso e piazzare la sua compatta Sandero al vertice del podio delle auto best seller nel primo bimestre 2023. La chiave del successo? La ricerca dell’essenzialità, ovvero la puntuale definizione dei contenuti tecnici di cui la clientela non può fare a meno, a scapito di ogni altro fronzolo.
“Dacia ha concluso con successo la fase di profonda trasformazione con il rinnovo di tutta la sua gamma, la diffusione della nuova brand identity e il rafforzamento delle sue offerte elettrificate” ha confermato in una nota ufficiale Denis le Vot, Ceo di Dacia: “Ora ci concentriamo sull’offensiva nel segmento C, sviluppando di conseguenza il nostro piano industriale e restando sempre fedeli ai nostri valori: offrire ai nostri clienti l’essenziale con il miglior rapporto prestazioni/prezzo”.
Nel 2025, quindi, il marchio lancerà sul mercato la versione di serie della concept Bigster, un robusto Suv da 4,60 metri di lunghezza. Il modello si baserà sulla piattaforma CMF-B, spina dorsale dell’intera offerta Dacia. E sarà della partita il powertrain full hybrid by Renault da 140 CV di potenza, che abbina un’unità termica da 1.6 litri da 92 CV a due motori elettrici e a un cambio robotizzato a quattro rapporti, privo di frizione, sincronizzatori e retromarcia. Alla propulsione da fermo e a quella a bassa velocità, retro inclusa, provvede l’unità elettrica principale da 49 CV. Il secondo motore elettrico, invece, serve per avviare il quattro cilindri a benzina e portarlo ai regimi di rotazione necessari per innestare le marce senza contraccolpi.
Della suddetta unità Full Hybrid beneficerà altresì la Duster di nuova generazione, che verrà commercializzata nel corso del primo semestre del 2024. Mentre fra il 2026 e il 2027 arriveranno altri due veicoli di segmento C. Ben venga l’ibrido, quindi, ma il marchio continua a credere pure nel caro e collaudato gpl, scelto dal 34% della clientela Dacia nel 2022. Del resto, il gpl rimane estremamente coerente con la filosofia del costruttore. In primis perché si tratta di un’alimentazione pratica: in Europa, per esempio, sono 30 mila i distributori di gas di petrolio liquefatti, di cui 4.500 ubicati in Italia: significa che una stazione di servizio su quattro distribuisce questo carburante, dunque non è difficile reperirlo. Poi c’è la questione del costo: la differenza di prezzo fra un litro di benzina e uno di gas, si aggira mediamente attorno a un euro al litro.
Ciò significa, per fare un esempio, che su una Duster i circa 600 euro di listino in più richiesti dalla motorizzazione bifuel rispetto all’equivalente solo a benzina si recuperano in meno di 9 mila km di utilizzo. E su 60 mila km – tenendo conto anche del costo dei filtri Gpl, che dovrebbero essere sostituiti ogni 15 mila – si risparmiano circa 3.250 euro rispetto all’equivalente versione a benzina. I vantaggi delle motorizzazioni GPL, che in casa Dacia si chiamano “Eco-G”, sono anche ambientali: quando funziona a Gpl anziché a benzina, il motore termico emette subito il 10% di CO2 in meno e circa il 55% in meno di NOx, mentre il particolato fine cala fino a 10 volte.
Tuttavia, il successo di Dacia passa anche per il maggior peso specifico che la marca sta riservando al design: “Rimane fra le principali ragioni di scelta di un’automobile, ecco perché stiamo lavorando per renderlo più accattivante; deve essere essenziale, ma non noioso e valorizzare il prodotto”, spiega Xavier Martinet, SVP, Dacia, Marketing, Sales & Operations: “La nostra filosofia aziendale piace al pubblico: il 75/80% dei nostri clienti sono ‘di conquista’ (cioè arrivano da altri marchi, ndr.) e i tre quarti di chi sceglie una Dacia ci riconferma la sua fiducia quando viene il momento di cambiare auto. Vuol dire che c’è un’alta fidelizzazione della clientela, figlia pure di un alto valore residuo dell’usato”.
Chiaro, però, che “il fattore prezzo rimane fondamentale in un momento in cui i nuovi modelli hanno dei listini sempre più impegnativi”, dice Martinet. E la sostenibilità? “Non passa solo dalla tipologia di motore. Ad esempio la Duster del 2024 sarà fatta per il 20% con materiali riciclati, contro il 12% attuale e l’8% medio degli altri costruttori. Inoltre, le nostre auto sono leggere: significa che per spingerle possiamo usare motori più piccoli, con consumi ed emissioni più bassi”. Anche questo significa essere green, per giunta a buon mercato.
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Amsterdam, 3 feb. –(Adnkronos) - E' nell'ottica di una semplificazione "in linea con i cambiamenti comunicati" a dicembre al momento dell'uscita di Carlos Tavares, la riorganizzazione annunciata questa mattina da Stellantis. Un 'aggiornamento' che rafforza il ruolo delle singole regioni, accorpa ingegneria e software, rilancia su qualità e marketing e vede l'uscita di scena di alcuni top manager. Decisioni - si spiega in una nota - che "consentono il giusto equilibrio tra responsabilità regionali e globali, facilitando la rapidità delle scelte e la loro esecuzione" e "rafforzano ulteriormente l’impegno di Stellantis nell’ascoltare i propri clienti" ponendo "le basi per una rinnovata crescita".
A livello di management, Linda Jackson lascia il gruppo e al vertice del brand Peugeot è sostituita da Alain Favey. Abbandona anche Yves Bonnefont, Chief Software Office, visto che "le attività software sono ora integrate in un’organizzazione di sviluppo e tecnologia del prodotto guidata da Ned Curic allo scopo di semplificare il processo di immissione sul mercato di prodotti e servizi innovativi per tutti i brand in tutti i mercati in cui l’azienda è presente". Nuovo responsabile anche per Jeep, con la nomina di Bob Broderdorf, dal momento che Antonio Filosa - che mantiene il suo attuale ruolo di COO delle Regioni d’America - assume la leadership globale dell’ente Quality, definito "fulcro della promessa dell’azienda ai clienti".
Nuovo capo anche per DS, dal momento che Olivier François - che mantiene la responsabilità di Fiat e Abarth - guiderà un nuovo Marketing Office, per seguire meglio le attività di promozione dei singoli brand e "supportarli al meglio, in particolare attraverso la pubblicità, gli eventi globali e le sponsorizzazioni". Gli enti Corporate Affairs e Communications sono stati uniti sotto la guida di Clara Ingen-Housz e Anne Abboud è stata nominata alla guida dell’unità veicoli commerciali di Stellantis Pro One.
Come sottolinea il Chairman di Stellantis John Elkann "gli annunci di oggi semplificheranno ulteriormente la nostra organizzazione e aumenteranno la nostra agilità e il rigore dell’esecuzione a livello locale. Non vediamo l’ora di guidare la crescita fornendo ai nostri clienti una scelta ancora più ampia di straordinari veicoli a combustione, ibridi ed elettrici”. Confermata la linea sul processo di nomina del nuovo Chief Executive Officer che "è in corso, gestito da un Comitato Speciale del Consiglio d’Amministrazione, e si concluderà entro la prima metà del 2025".
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Siamo vicini ad Antonio Tajani, alla sua famiglia e soprattutto a suo figlio Filippo, vittima di un malore durante una partita di calcio. Gli auguriamo una pronta guarigione, e che possa tornare presto in campo”. Lo dichiarano i capigruppo della Lega alla Camera e al Senato, Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Esprimo il mio più profondo riconoscimento alla Brigata Sassari per il coraggio, la dedizione e l’alto senso del dovere dimostrato durante tutta la missione Unifil. Ringrazio il generale Messina, con il quale sono sempre rimasta in contatto per essere costantemente informata sullo stato del contingente. I nostri soldati hanno affrontato sfide complesse e delicate, portando avanti il nome dell’Italia con grande professionalità. Il loro impegno ha garantito la stabilità in una regione così fragile, e sono fiera di come abbiano rappresentato la nostra Nazione". Lo ha affermato la deputata di Fratelli d'Italia Barbara Polo, componente della commissione Difesa, al rientro del contingente della Brigata Sassari.
"Da sarda, -ha aggiunto- non posso che essere estremamente orgogliosa nel vedere i miei concittadini impegnati con tanto valore nelle operazioni internazionali. La Brigata Sassari è il fiore all’occhiello del nostro esercito, una realtà che continua a distinguersi per preparazione e coraggio”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Ci mancavano i sedicenti comitati civici che spalleggiano gli occupanti abusivi di immobili a rendere sempre più invivibile il quartiere Esquilino, uno dei più belli di Roma da tempo in mano ad immigrati clandestini e bande criminali. Ne ha fatto le spese un bravo giornalista come Luca Telese aggredito per aver difeso i presidi di legalità che dopo le denunce della Lega le istituzioni stanno predisponendo. Telese chiamato ad un’assemblea pubblica da un sedicente Polo Civico ha avuto l'ardire di affermare che cancellate di protezione dei luoghi di socialità non sono poi da demonizzare. Per difendere la possibilità di vivere in pace e nella legalità all'Esquilino di Roma, come in tutte le periferie d'Italia, è necessario che venga subito definitivamente approvato il ddl sicurezza”. Lo afferma il deputato della Lega ed ex magistrato Simonetta Matone.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Nella loro foga alla ricerca del complotto, di qualcuno su cui scaricare le proprie responsabilità, di uno spauracchio a cui assegnare colpe per nascondere le inadeguatezze del governo Meloni, i colleghi di Fratelli d’Italia hanno nuovamente toccato inesplorate vette di contraddizione. L’ultimo attacco frontale è stato riservato a Gimbe e al suo presidente Cartabellotta, colpevole di aver detto con dati inequivocabili che il decreto dell’Esecutivo sulle liste d’attesa è fermo al palo e che solo uno dei sei decreti attuativi è stato già approvato". Lo afferma Andrea Quartini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione Affari sociali della Camera e coordinatore del Comitato politico salute e inclusione sociale del M5S.
"Oltre a usare parole estremamente gravi nei confronti di chi porta avanti con serietà e professionalità un preziosissimo lavoro scientifico a tutela della sanità, il senatore Zaffini -aggiunge l'esponente pentastellato- ha però di fatto confermato i ritardi denunciati da Cartabellotta, sebbene secondo lui siano in realtà tempi record. Una contraddizione decisamente bizzarra. E nel frattempo, i medici di medicina generale operano come meglio credono e la proposta di Forza Italia in merito è ancora ben lontana dal concretizzarsi".
"Al presidente Cartabellotta -conclude Quartini- va tutta la mia solidarietà, visto che ultimamente è stato identificato come avversario politico, alla stregua di una forza di opposizione, come persino Bruno Vespa aveva avuto l’indecenza di dire. Questo attacco scomposto, in ogni caso, non fa che confermare la linea di questa maggioranza: è sempre colpa degli altri. Dai magistrati, a coloro che distribuiscono la benzina, fino a Gimbe”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - "Il nemico del giorno del governo è la Fondazione Gimbe e in particolare il suo presidente Nino Cartabellotta, accusato da esponenti di maggioranza di essere un bugiardo che falsifica i dati perché ‘cavalier servente’ e comunista. Affermazioni di una gravità inaudita contro un organismo indipendente e autorevole come Gimbe, che fa un grande lavoro di raccolta e verifica dei dati sanitari. La colpa di Cartabellotta? Aver fatto notare che a sei mesi dall’approvazione del decreto liste d’attesa mancano ancora cinque dei sei decreti attuativi, cosa tra l’altro confermata dalla stessa maggioranza". Lo afferma Mariolina Castellone, senatrice M5S e vicepresidente del Senato.
"Ancora una volta, questa destra cerca di trasferire su altri le colpe della propria incapacità e si produce in un costante bullismo contro professionisti che fanno il proprio lavoro, cercando di intimorirli. Per fortuna -conclude l'esponente pentastellata- ci sono i numeri a parlare e a smentire la propaganda di governo. E ci siamo noi a tutelare le voci libere e indipendenti”.
Roma, 2 feb. (Adnkronos) - “Quello delle liste di attesa è un tema che riguarda non solo la salute ma anche la dignità della persona. Un tema che richiede senso di responsabilità e che non riscontro nelle dichiarazioni sparate a raffica da esponenti di Pd, 5 stelle e sinistra. Gli stessi che ci hanno consegnato un Servizio sanitario nazionale allo sfascio e per il quale ci stiamo adoperando per rimetterlo in sesto. Il collega Cartabellotta e la Fondazione Gimbe meritano rispetto, in quanto sono giustificati per la mancata conoscenza del lavoro che il Governo ha messo in campo sui decreti attuativi. Non posso al contrario giustificare i colleghi senatori che siedono nella commissione Sanità del Senato presieduta dal presidente Zaffini o i presidenti di Regione che prendono parte alla Conferenza Stato-Regioni". Lo afferma il senatore Ignazio Zullo, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Sanità in Senato.
"Se non sanno -aggiunge- devo purtroppo arguire che dormono mentre se, come penso, sanno e attaccano il presidente Zaffini, che ha solo voluto puntualizzare il lavoro del Governo in risposta alle valutazioni della Fondazione Gimbe, è grave perché si tratta di un comportamento in grave mala fede. Si può anche non conoscere quanto si stia facendo sul tema, ma il senso di responsabilità vuole che prima di sparare a salve ci si informi e ci si documenti . In questo modo si prenderebbe facilmente atto che quanto annunciato dalla Fondazione Gimbe non è proprio puntuale perché -e lo ha spiegato bene il presidente Zaffini- la situazione riguardo ai decreti attuativi è la seguente: Criteri di funzionamento della piattaforma nazionale e regionali delle liste d’attesa: Il decreto è stato trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni. In attesa del parere della Conferenza Stato Regioni alla quale è stato inviato il 13 settembre 2024".
"Funzionamento della piattaforma nazionale di monitoraggio in coerenza con il modello di classificazione e stratificazione della popolazione, risulta ‘fatto’. Poteri sostitutivi del ministero della Salute in caso di inottemperanza delle Regioni e il rispetto agli obiettivi della legge: decreto trasmesso in Conferenza Stato-Regioni il 6 novembre 2024. Linee di indirizzo per l’attivazione dei sistemi di disdetta da parte dei Cup: il decreto è in fase di definizione da attuare con il Piano nazionale delle liste d’attesa in lavorazione predisposto dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria già condiviso con Regioni e Mef. Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del Ssn (superamento tetti di spesa): il decreto è in via di ultimazione. Il Piano di azione per rafforzare i servizi sanitari e sociosanitari (nelle Regioni del Sud destinatarie dei fondi del Piano nazionale Equità e salute): decreto trasmesso alla conferenza Stato-Regioni il giorno 8 gennaio 2025".
"In questo confronto tra Zaffini e i nostri avversari politici -conclude Zullo- si può cogliere la differenza tra noi e loro: noi lavoriamo per mettere riparo agli sfasci che ci hanno lasciato in eredità, loro non sanno andare oltre l’irresponsabile e deleteria polemica sterile, dannosa dell’immagine del nostro Servizio sanitario nazionale”.