Bungie ritorna con L'Eclissi, tra ambientazioni degne di Tron e novità interessanti, sorrette però da una storia poco chiara
Con “La Regina dei Sussurri” Bungie aveva lasciato tutti a bocca aperta. Uno di quei DLC che ti restano dentro, con una storia profonda e a tratti dolorosa, caratterizzata da un gameplay intelligente e diversificato. Naturalmente tutti i fan hanno riposto le stesse speranze in L’Eclissi, ma non sono stati pienamente accontentati, nonostante le premesse gettino basi interessanti per i futuri contenuti legati a Destiny 2.
Una storia che lascia confusi
Ci eravamo lasciati a Febbraio con il finale della diciannovesima stagione di Destiny 2, durante il quale il Testimone – il nemico più temibile mai visto in Destiny – conduce la Flotta Nera verso la Terra, con l’intento di catturare il Viaggiatore, mentre i Guardiani e i loro alleati si preparano allo scontro. In questa nuova espansione ci ritroveremo catapultati senza molte spiegazioni su Neomuna, una città nascosta su Nettuno, la quale è stata invasa dalla Legione Oscura capitanata da una vecchia conoscenza: Calus. Il loro obiettivo è entrare in possesso di una misteriosa fonte di potere che si trova proprio a Neomuna, ossia il cosiddetto Velo.
Durante la nostra permanenza su Neomuna nessuno si prenderà mai del tempo per spiegarci cosa sia effettivamente questo Velo e a che cosa realmente possa servire. Insomma, non solo veniamo spostati dal conflitto principale, ma ci ritroveremo su un nuovo pianeta, con una missione non esattamente chiara da compiere, insieme a dei nuovi alleati.
Sono proprio questi nuovi alleati, i Solcanuvole, a farci storcere inizialmente il naso. Questi giganti cyberpotenziati non brillano sicuramente per l’unicità della loro caratterizzazione, tant’è che spesso e volentieri ci ritroveremo in situazioni piuttosto banali, a tratti anche cringe, che non riescono ad integrarsi adeguatamente con una situazione gravissima come lo scontro galattico che sta accadendo al di fuori dell’orbita di Nettuno.
Neomuna stessa, una città dalle vibrazioni ultra-futuristiche, risulta vuota, senza vita. Certo, in ogni angolo di questa metropoli in stile Tron troveremo orde di nemici pronti ad ucciderci al minimo cenno, ma gli abitanti? Non pervenuti. Eccetto Nimbus e Rohan – i due Solcanuvole- non avremo occasione di interagire con nessun altro personaggio “fisico”. Tutti gli abitanti sono stati sostituiti da questi “software di presenza virtuale”, dunque a noi appariranno questi “cyber-fantasmi” senza forma e ovviamente nessuna possibilità di interazione.
Le novità non mancano
Durante questa confusa e veloce storia introduttiva ci approcceremo alla nuova sub-classe: Telascura. Una ventata d’aria fresca per il gameplay di Destiny 2, Telascura va a cambiare alcune dinamiche di combattimento: caratterizzata anch’essa da diverse nature e frammenti, questa nuova sottoclasse è incentrata su una maggiore libertà di movimento grazie al “rampino” che va a sostituire la classica granata, con il quale il nostro personaggio potrà muoversi più liberamente, anche e soprattutto in senso verticale e modificare gli approcci alle diverse battaglie che affronteremo.
Titani, Stregoni e Cacciatori avranno a disposizione nature ovviamente diverse e pensate per la classe di riferimento, che vede la Telascura “sbrogliare” i nemici nel vero senso della parola e creare un groviglio vorticante di fibre di Telascura che può esplodere se colpito oppure può essere raccolto e scagliato contro i nemici.
Telascura va inoltre a generare delle “penalità” sui nemici:
Al momento non è dato sapersi l’origine di questo nuovo potere che impareremo a gestire gradualmente durante la storia grazie anche agli insegnamenti di Osiride, ma avrà certamente rilevanza nell’arco dell’anno, durante il quale speriamo di poterne approfondire le dinamiche ed apprezzarne la rapidità e l’immediatezza, anche se a scapito della tanto amata granata.
Ulteriori novità vanno a includere il nuovo sistema di Mod dell’equipaggiamento, ora slegate da elementi specifici. In passato, Mod come Anti-Barriera, andavano sbloccate tramite l’Artefatto e manualmente montate sulle armi, mentre ora sbloccandole con l’Artefatto diventeranno dei perk permanenti del personaggio, non più una Mod applicabile all’arma di riferimento. Il nuovo sistema di Mod punta ad essere più flessibile, cercando di garantire più variabili alle build dei personaggi in base allo scontro che stanno per affrontare.
Un Raid che ricorda più un “Cala la Notte”
Una volta completata la campagna de “L’Eclissi” le numerose attività post-storia ci servono, come da tradizione, ad aumentare il nostro livello di Luce per farci trovare pronti al Raid “Root of Nightmares” dove ci troveremo all’interno della Nave Piramide del Testimone ed affronteremo Nezarec, uno dei discepoli del Testimone.
Root of Nightmares è di per sé forse uno dei Raid più semplici tra quelli proposti da Bungie, ripropone meccaniche simili a “La Corona del Tormento”, fatte di buff e debuff che i giocatori devono saper attivare in sinergia. L’ambientazione è comunque molto ben curata, al punto di dare l’idea di essere immersi in un sogno distopico, dove niente è come sembra. Circondati da orde di Cabal, la buona riuscita del Raid sarà tutta in mano alla capacità di collaborare e comunicare tra i membri del team che, insieme alle build corrette, consentono un completamento rapido e senza troppi intoppi. Naturalmente una stimolante ulteriore sfida arriverà con la Hard Mode, insieme naturalmente alla volontà dei giocatori di ottenere tutto l’equipaggiamento del Raid, tra drop esotici ed armi dall’aspetto unico rispetto a quanto siamo abituati, che in un certo senso – come per l’arma di supporto – vanno a richiamare altri capolavori Sci-Fi come Halo.
Questo Raid, insieme alla campagna stessa, comunica più un senso di introduzione legata a ciò che il Testimone è pronto a mostrarci in futuro. Un ponte di collegamento all’ultimo e temibile nemico.
Destiny 2: L’Eclissi ha un anno per stupirci
Naturalmente le conclusioni tratte al momento sono la conseguenza di queste prime otto ore di storia, con il Raid completato e numerose ore legate ad attività satellite. Come ben sappiamo la struttura di questo nuovo capitolo di Destiny 2 andrà man mano costruendosi nell’arco dell’anno, durante il quale speriamo di entrare più nel profondo sia della storia di Neomuna, che su cosa sia il Velo, ma soprattutto sull’origine della Telascura.
Si tratta comunque di un DLC che dal lato tecnico ha visto un lancio impeccabile, anche su PC, dove lo abbiamo giocato con un NVIDIA GeForce RTX 3080 al massimo della qualità disponibile. Bungie non delude mai sul fattore estetico/artistico, poiché Nemuna risulta comunque un posto affascinante, legato ad una filmologia Sci-Fi anni ’80 caratterizzata da potenti luci al neon e colori contrastanti che sanno attrarre ed affascinare il giocatore. Questo gusto prettamente anni ’80 si riflette anche sui nuovi pezzi di equipaggiamento ed armi, molte delle quali mostrano uno stile retrowave davvero accattivante, insieme ai nuovi decori armatura disponibili attraverso il BattlePass, che sapranno rendere giustizia al nostro Guardiano in questa sua nuova e terrificante avventura. Restiamo dunque incuriositi ed interessati nello scoprire ciò che ci aspetta durante questo 2023 nell’universo di Destiny 2.