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Ponte Morandi, il pm in aula: “A questo ritmo finiremo nel dicembre 2025”. E a febbraio 2026 si prescrivono le prime accuse di omicidio

Walter Cotugno, titolare (insieme al collega Massimo Terrile) dell'accusa nel processo sulla strage, è intervenuto dopo le proteste degli avvocati degli imputati per l'ipotesi di posticipare la conclusione delle udienze: "Si rischia di chiudere fra più di due anni e mezzo", ha avvertito. Cioè a un soffio dalla soglia del 14 febbraio 2026, quando si prescriveranno le prime accuse di omicidio stradale e i reati minori saranno già andati in fumo
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“Prima di riprendere l’audizione dei testimoni, mi permetto di segnalare una proiezione. Tenuto conto dei ritmi tenuti finora, e del numero di testi ancora da sentire – oltre che delle sospensioni previste dalla legge – possiamo prevedere il dicembre 2025 come periodo per la conclusione delle udienze. Poche settimane dopo scatterà la prescrizione su alcuni dei reati più gravi“. A dirlo in aula – riferisce Il Secolo XIX – è stato il pubblico ministero Walter Cotugno, titolare (insieme al collega Massimo Terrile) dell’accusa nel processo sulla strage del ponte Morandi, alla ripresa pomeridiana dell’udienza di lunedì a Genova. Cotugno è intervenuto dopo le proteste degli avvocati degli imputati per l’ipotesi di posticipare la conclusione delle udienze alle 18-18:30, mentre all’inizio del dibattimento il termine era stato fissato alle 16-16:30. Il magistrato ha ricordato che, “calcoli alla mano, restano da ascoltare oltre cinquecento testimoni di rilievo” (in totale, tra accusa e difese, ne erano stati chiesti 1200). E ha svelato un dato finora inedito, cioè che anche “tutti gli imputati” – tecnici e dirigenti di Autostrade per l’Italia, della controllata Spea e del ministero delle Infrastrutture – “hanno chiesto di essere sentiti in aula”.

“Dal 2 maggio”, ha aggiunto, noi avremo concluso una tranche importante di persone da esaminare, ma a quel punto si porrà il problema di come proseguire. Considerata infatti una media di due testi a udienza, restano almeno 250 giornate di processo. E ricordando che il dibattimento viene sospeso, come tutti gli altri, in periodi predefiniti (la sospensione feriale delle udienze tra agosto e settembre, ndr), si rischia di chiudere fra più di due anni e mezzo“, ha avvertito. Cioè, appunto, nel dicembre 2025, a un soffio dalla soglia del 14 febbraio 2026, quando – secondo lo schema allegato dai pm alla richiesta di rinvio a giudizio – si prescriveranno gli omicidi stradali, aggravati dalla violazione della normativa sulla sicurezza sul lavoro, per gli imputati cessati dalle cariche prima dell’8 dicembre 2005, quando è entrata in vigore la legge “ex Cirielli” che ha ridotto i termini di prescrizione: ad esempio Pierluigi Ceseri (amministratore delegato di Aspi dal ’94 al 2000) e l’ingegner Gabriele Camomilla (direttore tecnico fino al 2005).

A quel punto, peraltro, saranno già andati in fumo i reati minori: le omissioni d’atti d’ufficio (prescrizione da ottobre 2023) e i falsi (tra il giugno e il dicembre del 2024). Di fronte alle preoccupazioni espresse da Cotugno, il presidente del collegio giudicante Paolo Lepri ha spiegato che ai primi di maggio in tribunale si farà un punto della situazione per capire come impostare le udienze dei prossimi mesi. Il giudice ha ricordato che alcuni testi sono in comune tra accusa e difesa, sostenendo che la previsione del pm potrebbe essere pessimistica.

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