Il bando più veloce della storia, forse anche il più incredibile. Il ministro Bernini si dice imbufalito e fa sapere che lo ritira oggi stesso. Succede che mentre in Senato è in discussione la norma sull’equo compenso la sua direzione generale pubblica un avviso per reclutare 15 esperti di “elevata specializzazione” che dovranno lavorare per 18 mesi full time, gratis. Sembra incredibile ma l’avviso parla chiaro e ha anche tutte le coperture di legge, perché una recente sentenza del Consiglio di stato (07442/2921) ha sdoganato la possibilità che la pubblica amministrazione emetta bandi che non prevedano compensi per i professionisti. In sostanza, secondo palazzo Spada, i principi dell’equo compenso non valgono se il compenso non è proprio previsto dall’avviso.
La notizia viene rilanciata oggi tra varie testate tra cui ItaliaOggi e Fanpage inizia a girare, l’avviso è stato protocollato il 7 marzo e pubblicato sul sito (leggi), ed è alquanto esplicito nei termini: “Gli incarichi oggetto della presente Procedura sono a titolo gratuito, prevedono un impegno a tempo pieno e avranno una durata pari a 18 mesi, prorogabili su richiesta del Ministero”.
Anna Maria Bernini ha saputo della vicenda a cose fatte, e dal suo staff fanno sapere che è “imbufalita”, tanto da aver chiesto la revoca dell’avviso entro questa sera stessa. E così avviene. Una nota del Mur in serata fa riferimento a un “errore tecnico” nella stesura, ma è la versione di comodo per togliersi dall’impaccio di una vicenda oggettivamente imbarazzante che sarà oggetto di una convocazione dei dirigenti per capire cosa è accaduto. Il bando doveva reclutare maggiorenni qualificati (c’è anche l’allegato con tutti i requisiti) da inserire nel nucleo di coordinamento delle attività di analisi, studio e ricerca (Ncar) del dicastero.
Le candidature dovevano arrivare entro il 6 aprile. Sarà tutto da rifare. Con un compenso più equo di zero. Lo conferma la nota del Mur, che annunciando il ritiro del bando di selezione fa sapere che “il contenuto e i termini dell’avviso pubblico non rispecchiano la volontà e il modo di procedere del Ministero, che considera il lavoro comunque configurato un valore cui deve corrispondere sempre un’adeguata retribuzione“. Il bando, quindi, non c’è più. Ma la figuraccia resta.