Torna lo spettro delle munizioni contenenti uranio impoverito. E a sventolarlo non sono Dmitry Medvedev o Vladimir Putin in persona, ma la Gran Bretagna. Ad annunciare, in maniera totalmente irrituale, la fornitura di proiettili anticarro perforanti ad alto potenziale contenenti la sostanza radioattiva è stata la baronessa Annabel Goldie, viceministra della Difesa nel governo Tory di Rishi Sunak, durante un’audizione alla Camera non elettiva dei Lord. Una dichiarazione che infatti non ha trovato spazio sui media britannici, ma che è stata rilanciata oggi da quelli ucraini che hanno analizzato lo stenogramma del sito del Parlamento di Westminster. Le parole della viceministra hanno provocato l’immediata reazione della Russia: il titolare della Difesa, Sergej Shoigu, ha risposto che dopo questo annuncio lo scontro nucleare è “a pochi passi”.
A porgere la domanda a Goldie è stato l’ultranovantenne Lord Hylton, veterano dell’assemblea, aristocratico, ex soldato e filantropo impegnato da tempo in iniziative di pace: “Vorrei chiedere al governo di Sua Maestà – ha detto – se qualcuna delle munizioni attualmente fornite all’Ucraina contenga uranio impoverito”. La risposta del membro del governo è stata chiara: “Assieme a uno squadrone di carri armati pesanti da combattimento Challenger 2 manderemo anche le relative munizioni, inclusi proiettili perforanti che contengono uranio impoverito – ha detto Goldie senza fare una piega – Tali proiettili sono altamente efficaci per neutralizzare tank e blindati moderni”.
Il problema è che questo tipo di munizionamento, seppur contenente una minima quantità di sostanza radioattiva, se usato in maniera massiccia può certamente diventare pericoloso per i soldati impegnati sul campo, ma anche per le popolazioni locali. I proiettili all’uranio impoverito esplosi in combattimento contro un carro corazzato, infatti, rilasciano una polvere altamente tossica che può rimanere a contatto o vicino ai veicoli colpiti, ma anche sul suolo, o addirittura sepolti sotto la superficie del terreno. Questa polvere, se toccata anche solo per sbaglio, può contaminare i vestiti o entrare direttamente in contatto con la pelle di altre persone che, a loro volta, possono diventare agenti trasportatori, così come qualsiasi altro essere vivente o oggetto ‘toccato’ dall’uranio.
Sulla pericolosità legata all’uso di questi munizionamenti si discute da quando sono emersi i primi effetti, soprattutto sui militari, denunciati dalle associazioni dei familiari delle vittime nei conflitti della ex Jugoslavia, in particolar modo in Kosovo. Tanto che le forme tumorali sviluppate dai soldati hanno preso il nome di “sindrome dei Balcani”. La correlazione tra le malattie sviluppate e l’uso di queste armi è sostenuta dall’alto numero di persone esposte a questo agente che poi si sono ammalate e, soprattutto, da diverse sentenze di condanna a carico del ministero della Difesa che in più di un caso ha dovuto risarcire le famiglie dei militari deceduti.
La decisione del Regno Unito, inoltre, aumenta il rischio di un utilizzo di armi atomiche da parte della Russia in risposta all’azione ucraina. A dichiararlo è, appunto, Shoigu, ma anche altri esponenti dell’esecutivo russo. “Non c’è dubbio che finirà male” per Londra, ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista alla tv Rossiya-1. “Non sarei sorpreso da questo sviluppo, se questa (consegna) avvenisse effettivamente, ma non c’è dubbio che finirà male per loro”, ha detto Lavrov. Di queste forniture “non ne ho sentito parlare, ma non sarei sorpreso da nulla perché hanno completamente perso il senso dell’orientamento riguardo alle loro azioni e al modo in cui minano la stabilità strategica in tutto il mondo“. E nel merito è intervenuto lo stesso Vladimir Putin: “Stanno cercando di combattere questo conflitto fino all’ultimo ucraino non solo in teoria, ma anche in pratica. L’Occidente sta cominciando a usare armi con elementi nucleari”.