Si è tenuta a Milano la tavola rotonda che ha coinvolto i rappresentanti della filiera della mobilità e le istituzioni. Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Pichetto: "in futuro l’elettrico giocherà un ruolo significativo e su questa sfida l’Italia è oggi impegnata. Non può però costituire l’unica alternativa"
“Noi siamo convinti che l’autostrada sia l’elettrico”, così il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto, ha aperto il suo intervento alla due giorni di dibattiti promossi al #FORUMAutoMotive. Il Ministro, intervistato dal giornalista Pierluigi Bonora, si è confrontato con i rappresentanti della filiera della mobilità nel corso di una tavola rotonda.
Il dibattito si è aperto con la presentazione della ricerca aggiornata di Alix Partners sul settore auto. Dario Duse, Italy Country Head & EMEA Co-Leader Automotive and Industrials, ha presentato un quadro che fotografa un rimbalzo delle vendite di auto a livello globale che, per il 2023, dovrebbe raggiungere gli 84 milioni di veicoli, in crescita del 6% rispetto all’anno precedente.
Ma se questo è il presente, il futuro, rappresentato dalle auto a zero emissioni, è ancora incerto. Entro il 2035 le auto elettriche dovrebbero arrivare al 50% di quota di mercato globale delle vendite, con differenze importanti tra i continenti. L’America, per quella data, potrebbe arrivare al 59%, la Cina al 56% e l’Europa all’83%. Difficile fare previsioni precise poiché l’elettrico è ancora nella fase “early adopter”: nel 2022 la quota globale di BEV è stata del 9%, con l’Italia che si è fermata al 3,7%. Le criticità legate alla diffusione capillare di queste auto sono note ed emergono chiaramente anche dalla ricerca di Alix Partners. Prima di tutto i prezzi dei PHEV sono ancora superiori del 30-40% rispetto a quelli dei modelli con motore a combustione e questa differenza per i veicoli 100% elettrici arriva al 45-55%. La motivazione va ricercata anche nel costo delle materie prime. Quelle per le auto a zero emissioni pesano su ogni veicolo circa 5.000 dollari in più rispetto a quelle necessarie per produrre un’auto con il motore tradizionale.
L’incidenza di questi elementi pesa in percentuale molto di più sulle auto piccole. La conseguenza è che, basandosi sulle proiezioni attuali, i segmenti A e B delle auto elettriche riusciranno ad assorbire i costi fissi e quelli di ricerca e sviluppo ben oltre la fine di questo decennio. I veicoli dei segmenti C e D dovrebbero raggiungere la parità di costi entro la fine del 2029 mentre quelli relativi ai segmenti E ed F, premium e di fascia alta, potrebbero raggiungere la parità già a metà del 2024.
Alla luce di questi dati l’intervento del Ministro Pichetto è stato improntato sulle alternative che puntano alla neutralità tecnologica piuttosto che a una predominanza di auto a zero emissioni: “il Governo è convinto che in futuro l’elettrico giocherà un ruolo significativo e su questa sfida l’Italia è oggi impegnata. L’elettrico non può però costituire l’unica alternativa“. Il ministro si è poi dichiarato possibilista sulla data del 2035 indicata dall’Unione Europea per la messa al bando dei motori tradizionali, ad una condizione: “Se accolgono la richiesta di includere anche gli e-fuel avanzata dalla Germania e la nostra per i biocarburanti, potremmo dare un assenso di massima, perché in questo modo garantiremmo un futuro al motore endotermico anche oltre il 2035”.