Nel sua carriera fu documentarista e assistente di Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti. Fotografo, inventore e artista ha vissuto con talento e con precocità in ogni aspetto della vita. Premiato sia a Cannes che a Venezia
Addio a Francesco “Citto” Maselli. Il regista romano, che deve il suo nomignolo a Luigi Pirandello, è morto a 92 anni. Nel sua carriera fu documentarista e assistente di Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti. Fotografo, inventore e artista ha vissuto con talento e con precocità in ogni aspetto della vita che lo vide partigiano a 13 anni, militante comunista a 16, diplomato al Centro sperimentale a 19 e vincitore a Cannes per un “corto” a soli 22. Sulla Croisette anche il suo debutto nel lungometraggio a 25 anni. Il suo esordio alla regia arriva con Gli sbandati nel 1956. Tra le sue opere ci sono I delfini; Gli indifferenti nel 1967 tratto dal capolavoro di Alberto Moravia; Il sospetto (1975); Una storia d’amore (1986); Codice privato (1988); L’alba (1991); Cronache del terzo millennio (1996); Frammenti di Novecento (2005); il film documentario Civico 0 (2007); Ombre rosse (2009). Cresciuto in un ambiente intellettuale e antifascista, Maselli abbraccia il cinema e la politica quasi contemporaneamente a guerra appena finita. Fu Luigi Charini a portarlo per primo su un set, incoraggiando il talento che già’ si vedeva nei primi tentativi del ragazzo, ma è Antonioni a farne il suo “aiuto” e sodale fin da L’amorosa menzogna del 1948. Poi arrivò Visconti con la condivisione della passione per la politica e rigore estetico. Sarà proprio il regista di Rocco e i suoi fratelli e Il Gattopardo tra gli altri a spingerlo al debutto nel lungometraggio con Gli sbandati che conquistò un premio alla Mostra di Venezia nel 1955.
A dare la notizia della morte è stato Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea. “Con grande dolore debbo comunicare la notizia della morte, avvenuta poco fa, del compagno Citto Maselli. L’ho appena appreso dalla moglie, Stefania Brai, che gli è sempre stata vicina e a cui va l’abbraccio solidale di tutte le compagne e i compagni del Partito. Il cinema e la cultura italiana perdono un maestro e un grande regista, la sinistra un intellettuale militante e un esempio di rigore e coerenza, noi di Rifondazione Comunista un compagno imprescindibile”. “Citto ha sempre conservato la passione che da ragazzino lo spinse a entrare nelle fila dell’antifascismo e della Resistenza. Per tutta la sua vita – prosegue Acerbo – ha messo intelligenza, sensibilità, passione e spirito critico al servizio di un progetto collettivo di liberazione e trasformazione. Dopo lo scioglimento del Pci, a cui si oppose, è stato tra i fondatori di Rifondazione Comunista. Ha continuato a essere un militante comunista e antifascista fino all’ultimo giorno. Citto non è mai diventato un ex, non si è mai atteggiato a reduce di epoche gloriose ma passate. Lo ricordiamo con noi più giovani con la cinepresa a raccontare un altro mondo possibile a Genova nel 2001 e sempre disponibile a dare il suo contributo alla lotta politica e culturale. “Citto Maselli era un comunista italiano, un rifondatore orgoglioso della storia di cui era stato tra i protagonisti, un compagno che non ha mai rinunciato all’idea di rivoluzione”.