Le autorità dei Paesi che partecipano alla rete Safety Gate, cioè gli Stati dell’Unione Europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein, hanno emesso 2.117 segnalazioni seguite da 3.932 misure di prevenzione. Partito nel 2003 con 139 notifiche, cresciute costantemente fino al 2010 con 2.244 alert, negli ultimi 10 anni il numero di segnalazioni si è stabilizzato ad almeno 2.000 all’anno
Bambole tossiche, profumi allergizzanti, asciugacapelli incendiari: sono oltre 2mila all’anno nell’Unione Europea le segnalazioni da parte degli Stati membri di prodotti non alimentari pericolosi attraverso il sistema Safety Gate, conosciuto anche come “Rapex” (Rapid Alert System for non-food consumer products). La Commissione Europea, che ha presentato i risultati del sistema di allerta per il 2022, alza la guardia per il futuro e mette sotto particolare osservazione la Cina e internet. Da Pechino, infatti, arriva il 50% dei prodotti identificati come pericolosi. Sul web, invece, l’affermazione di marketplace senza confini come Amazon ed Ebay apre nuovi scenari. Per questo è già pronto un nuovo regolamento comunitario che a breve sostituirà la direttiva sulla sicurezza generale dei prodotti varata nell’ormai lontano 2001. “Nuove sfide richiedono nuove soluzioni”, ha detto Didier Reynders, Commissario europeo per la giustizia. “Questa importante piattaforma ci ha aiutato a mantenere uno scambio di informazioni rapido ed efficiente, mentre continuiamo a lavorare per adattare i nostri strumenti all’era digitale e per aumentare la cooperazione tra le autorità nazionali”.
Le segnalazioni – Nel 2022 le autorità dei 30 Paesi partecipanti alla rete Safety Gate, cioè gli Stati membri dell’Unione Europea più Norvegia, Islanda e Liechtenstein, hanno emesso 2.117 segnalazioni seguite da 3.932 misure di prevenzione. Partito nel 2003 con 139 notifiche, cresciute costantemente fino al 2010 con 2.244 alert, negli ultimi 10 anni il numero di segnalazioni si è stabilizzato ad almeno 2.000 all’anno. Il Paese più attivo è la Germania che lo scorso anno ha fornito 430 segnalazioni, seguita da Francia e Polonia con 202 e 173 alert. Rispetto al 2021 le notifiche tedesche sono diminuite del 22%, mentre si sono mostrati più vivaci Paesi tradizionalmente meno attivi come Austria, Repubblica Ceca, Lettonia e Norvegia che hanno più che raddoppiato i loro avvisi. E l’Italia? Solo 51 le segnalazioni fornite nel 2022, sebbene in crescita dalle 41 dell’anno precedente.
I prodotti – È il giocattolo a guadagnare la palma di prodotto più rischioso del 2022 con il 23% di segnalazioni, in crescita rispetto al 20% del 2021. Aumentano gli alert anche sui cosmetici e l’abbigliamento, che lo scorso anno hanno raccolto il 10% e il 9 per cento. I rischi collegati a sostanze chimiche sono quelli più segnalati (35%). Alcuni giocattoli, per esempio, hanno presentato un’eccessiva concentrazione di ftalati, utilizzati per rendere la plastica più flessibile, che comportano rischi per il sistema riproduttivo. Mentre in profumi e creme sono state rilevate sostanze vietate come l’Hydroxymethylpentyl cyclohexene carboxaldehyde (HICC) e il Butylphenyl methylpropional (BMHCA), conosciute anche come Lyral e Lilial, associate a rischi di infertilità e allergia da contatto. In diminuzione le segnalazioni di veicoli a motore (da 26% a 16%) e stabili quelle di piccoli elettrodomestici e apparecchi elettrici, come asciugacapelli e lampade (da 9% a 8%): entrambe le categorie sono collegate soprattutto al rischio di infortunio e lesione (25%), shock elettrico (9%) e incendio (9%). Il soffocamento (14%), in particolare per i giocattoli, rappresenta un’altra importante categoria di rischio.
Come funziona – A coordinare il funzionamento del sistema sul territorio italiano è il Ministero dello Sviluppo Economico, o meglio il cosiddetto punto di contatto istituito al suo interno. Il punto da una parte è alimentato dalle notifiche e dalle misure (inviate dall’Autorità nazionale quando rinviene un prodotto oggetto di una notifica sul mercato o alle frontiere esterne) trasmesse dal ministero stesso o dalle altre amministrazioni (Ministero della Salute, Ministero dei Trasporti, Ministero dell’Ambiente) che effettuano la vigilanza del mercato sui prodotti di propria competenza. Dall’altra segnala il prodotto alla Commissione Europea informandola dei rischi che presenta e dei provvedimenti adottati dall’autorità. L’Autorità nazionale può ritirare il prodotto dal mercato, richiamarlo se è già arrivato ai consumatori o vietarne la commercializzazione sul mercato nazionale.
Vigilanza globale – Nel 2022 la metà degli avvisi di Safety Gate ha riguardato i prodotti di origine cinese. Con Pechino, la Commissione Europea ha avviato dal 2006 una collaborazione per assicurarsi che vengano rese effettive le misure di prevenzione. Inoltre, nel 2019 è stato avviato un programma di formazione per sensibilizzare gli operatori cinesi sui requisiti di sicurezza europei. Un dialogo informale è stato lanciato lo scorso anno con la Commissione per la sicurezza dei prodotti di consumo degli Stati Uniti (CPSC), per rafforzare la cooperazione con l’altra sponda dell’Atlantico. È presente, inoltre, una collaborazione anche con il Canada, fondata sul Ceta, il trattato commerciale siglato tra Bruxelles e Ottawa, e altre sono in programma con Australia, India e Indonesia.
Vendite online – Il ruolo sempre più importante dell’e-commerce e degli intermediari di vendita online ha portato negli ultimi anni a esplorare la possibilità non solo di agire con il ritiro ma anche di prevenire l’immissione nel mercato dei prodotti pericolosi, attraverso l’impegno volontario dei marketplace. Da qui è nato il Product Safety Pledge, ovvero un meccanismo di cooperazione volto a eliminare con rapidità i prodotti pericolosi rilevati sulle piattaforme. Ad oggi hanno aderito Amazon, eBay, Etsy, Wish.com, AliExpress, bol.com, eMAG, Rakuten France, Allegro, Cdiscount, e Joom. Avviato nel 2018, gli ultimi risultati disponibili riferiti al semestre dicembre 2021-maggio 2022 mostrano la rimozione dalle piattaforme di quasi 160mila prodotti sulla base di 2.315 notifiche. Lo scorso anno, inoltre, la Commissione ha lanciato un nuovo strumento di sorveglianza chiamato “web crawler”, per rilevare le offerte online dei prodotti segnalati dal Safety Gate. Negli ultimi 6 mesi sono stati elaborati 939 avvisi con l’analisi di oltre 600mila siti web.
Il nuovo regolamento – Il Safety Gate opera all’interno della più ampia Direttiva sulla Sicurezza Generale dei Prodotti (GPSD), che ha ormai oltre 20 anni. In virtù delle evoluzioni del mercato, non ultimo lo sviluppo del commercio elettronico, le istituzioni europee hanno recentemente promosso una revisione della direttiva, che sarà a breve sostituita dal Regolamento sulla Sicurezza Generale dei Prodotti (GPSR), in quanto tale direttamente applicabile in tutti gli Stati membri non appena approvato. La bozza è stata resa pubblica a dicembre 2022, e tra le novità prevede l’obbligo di valutazione dei rischi dei prodotti prima dell’immissione sul mercato, l’identificazione di un operatore responsabile verso le autorità e per le piattaforme online l’istituzione di un punto unico di contatto per le autorità e i consumatori.