I contenuti delle scelte sono stati resi noti con un comunicato stampa, in cui si parla di "cabina di regia per accelerare e coordinare la pianificazione degli interventi infrastrutturali di medio e lungo periodo e, nel breve periodo, un commissario nazionale fino al 31 dicembre 2023, con un incarico rinnovabile e con un perimetro molto circostanziato di competenze
Subito un commissario straordinario, contestualmente l’accelerazione dei lavori della cabina di regia: è questa la soluzione del Governo Meloni alla crisi idrica che sta mettendo in ginocchio varie parti d’Italia. La decisione è sta comunicata al termine della riunione convocata a Palazzo Chigi e presieduta da Matteo Salvini in qualità di vicepremier e ministro dei Trasporti e Infrastrutture. I contenuti delle scelte sono stati resi noti con un comunicato stampa, in cui si parla di “cabina di regia per accelerare e coordinare la pianificazione degli interventi infrastrutturali di medio e lungo periodo e, nel breve periodo, un commissario nazionale fino al 31 dicembre 2023, con un incarico rinnovabile e con un perimetro molto circostanziato di competenze.
Alla riunione in questione hanno partecipato “anche i ministri Francesco Lollobrigida, Nello Musumeci, Roberto Calderoli, la viceministra Vannia Gava, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Alessandro Morelli”, il sottosegretario Alessandro Morelli e il capo del Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio. Assente il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto perchè in viaggio verso New York dove interverrà alla plenaria della Conferenza Onu sull’Acqua, in programma dal 22 al 24 marzo.. L’individuazione del commissario non c’è ancora, ma le funzioni sono state delineate. “In particolare – si legge nella nota – potrà agire sulle aree territoriali a rischio elevato e potrà sbloccare interventi di breve periodo come sfangamento e sghiaiamento degli invasi di raccolta delle acque, aumento della capacità degli invasi, gestione e utilizzo delle acque reflue, mediazione in caso di conflitti tra regioni ed enti locali in materia idrica, ricognizione del fabbisogno idrico nazionale. Sono in corso le valutazioni tecniche per formalizzare la soluzione definitiva”.
È stata una riunione piuttosto lunga ma anche positiva, hanno sottolineato fonti di governo. Alla fine è passata la linea sostenuta dal titolare dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che, soprattutto a difesa del comparto agricolo colpito dalla siccità, ha spinto per un percorso condiviso per il commissariamento. Sono state quindi superate le riserve di Salvini su questa soluzione, e si è raggiunta una mediazione sulla durata del commissariamento e nel “perimetro molto circostanziato di competenze”, hanno spiegato ancora le fonti. Resta da capire se sarà una figura politica o tecnica. La cabina di regia ha deciso di procedere su due livelli di intervento. Uno immediato, con un decreto (in fase di definizione e potrebbe approdare la settimana prossima in Cdm), per misure che impattino subito da qui all’estate. Uno sul medio-lungo periodo, per individuare un percorso che affronti in modo più strutturale i problemi inevasi negli ultimi anni.
La premier Giorgia Meloni, nella replica alle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo, è tornata sul tema siccità spiegando che il governo ha “ereditato una questione complessa“. “Stiamo lavorando a una cabina di regia – ha spiegato – per un piano nazionale di intesa con le regioni, utilizzando nuove tecnologie, avviando una campagna di sensibilizzazione. Il governo sta lavorando a un provvedimento normativo con semplificazioni e deroghe per accelerare lavori essenziali. Intendiamo lavorare anche all’individuazione di un commissario straordinario che abbia poteri esecutivi rispetto a quanto definito dalla cabina di regia”. Una riunione tecnica in mattinata al Mit aveva individuato alcune priorità: pulitura degli invasi e necessità di investimenti per garantire la manutenzione e la realizzazione delle dighe.