Via libera all’unanimità dell’Aula della Camera. La commissione è composta da venti deputati. La prima commissione aveva concluso le lesioni sul corpo del dirigente non fossero compatibili con il suicidio
Una commissione di inchiesta sul caso di David Rossi, il capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena trovato morto 10 anni fa sotto una finestra del suo ufficio a Siena, c’era già stata e tra le conclusioni (non votata da Pd e Leu) c’era l’ipotesi che le lesioni sul corpo del dirigente non fossero compatibili con il suicidio. Oggi è arrivato il via libera all’unanimità dell’Aula della Camera alla proposta di legge che istituisce una seconda Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Rossi. La Commissione è composta da venti deputati. Procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria ed ha facoltà di acquisire copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organismi inquirenti, oltre a copie di atti e documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari, anche se coperti da segreto. Acquisirà integralmente i materiali e la documentazione raccolti o formati dalla Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di David Rossi, istituita dalla Camera dei deputati nella XVIII legislatura, compresi i resoconti delle audizioni, comprensivi delle parti secretate, e la relazione finale.
“Speriamo che questa possa essere la volta buona e che la verità possa venire fuori, per avere giustizia per David e per tutta la famiglia” ha detto Carolina Orlandi, figlia della vedova di David Rossi.
“Siamo emozionatissimi perché è passata per la seconda volta all’unanimità, questo dice molto sul lavoro fatto fino ad oggi da chi avrebbe dovuto cercare la verità e che invece ha fatto molti errori”, ha aggiunto Carolina Orlandi che già in occasione del decennale della morte di Rossi aveva auspicato l’istituzione di una nuova commissione parlamentare d’inchiesta.
Intanto il 15 marzo scorso la procura di Genova ha chiesto di archiviare le indagini sui pm di Siena, Nicola Marini, Aldo Natalini e Antonino Nastasi. Il fascicolo sui tre magistrati era stato aperto proprio dopo aver ricevuto gli atti della precedente Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte dell’ex manager, con i verbali delle audizioni relativi anche al sopralluogo svolto dai tre pm nell’ufficio di Rossi prima dell’intervento della Scientifica. Secondo la richiesta di archiviazione della procura, nel corso del primo sopralluogo nell’ufficio di David Rossi “i tre magistrati spostavano, manipolavano e rinvenivano oggetti prima che lo stato della stanza fosse documentato dalla Polizia scientifica senza redigere alcun verbale delle operazioni compiute e senza dare atto della presenza del personale di Polizia Giudiziaria che insieme a loro aveva operato”. E nel successivo verbale di esecuzione di decreto di perquisizione, ispezione informatica e sequestro probatorio “omettevano poi di dare atto del precedente accesso nel corso del quale avevano, tra l’altro, rinvenuto nel cestino i bigliettini di addio ed i fazzolettini macchiati”. Tuttavia secondo gli inquirenti non c’è stato “dolo”: “Un primo elemento da prendere in considerazione sul punto è il fatto che le attività poste in essere dai Pubblici Ministeri nella stanza sono state compiute alla presenza di più persone ed in particolare di Ufficiali di Polizia Giudiziaria – si sottolinea nella richiesta di archiviazione – Si tratta in tutta evidenzia di una condotta che mal si concilia con la volontà di occultare le attività compiute e le cose rinvenute”. Inoltre dall’indagine è emerso, sottolineano gli inquirenti, che tutto quello che è stato trovato durante il sopralluogo è stata acquisito agli atti del procedimento e quindi “nulla è stato occultato“.