La presidente della cooperativa: "Ci siamo detti più volte disponibili a pagare l'affitto". Il sindaco: “Il bar-ristorante nel vecchio contratto era indicato come un luogo con attività di supporto alle attività socio-educative, ma ora fattura 440mila euro e deve adeguarsi alle norme vigenti”
Quasi 2mila email inviate agli amministratori comunali contro la messa a bando di una struttura pubblica dove si tengono concerti e attività culturali. Accade a Ivrea, dove la giunta di centrodestra guidata da Stefano Sertoli ha deciso di mettere a gara il Movicentro, un mastodonte grigio a ridosso della stazione che dal 2014 è diventato un centro di aggregazione gestito dalla cooperativa ZAC!. Il centro negli anni è diventato un punto di riferimento per la cittadinanza: ha ospitato decine di concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche e dibattiti – l’ultimo proprio pochi giorni fa, con Ilaria Cucchi e il giornalista Nello Trocchia invitati a parlare di violenze in carcere. Al suo interno, poi, è presente un punto vendita equo-solidale e tre volte la settimana l’atrio ospita il mercato dei produttori locali. Senza contare l‘aula studio e le attività socio-educative portate avanti dal personale della cooperativa ZAC, composto da 15 giovani e giovanissimi soci lavoratori che ora rischiano di rimanere a casa.
“Abbiamo saputo di questa iniziativa perché qualche giorno fa sono arrivati dei tecnici comunali chiedendo di poter fare dei rilievi per l’accatastamento – spiega Andrea Gaudino, giurista-educatore che gestisce il bar e il punto vendita con i prodotti a km 0 –. Siamo sempre stati odiati da questa amministrazione, non ci stupisce che ora vogliano cacciarci”. Il dossier Movicentro è passato sui tavoli di tutte le amministrazioni che dal 2004 si sono succedute alla guida della città. L’immobile infatti è stato costruito con soldi pubblici, ma su un terreno in parte di proprietà delle Ferrovie, che avrebbero dovuto concedere al Comune il diritto di superficie sui locali. Negli anni un balletto di perizie e controperizie ha cercato di sbrogliare la matassa, visto che secondo i tecnici mancavano dei passaggi formali. Nei fatti, però, la coop ha ottenuto in comodato d’uso la struttura per 6 anni con un contratto che la Giunta nel 2020 ha deciso di non rinnovare. A dicembre Rfi ha dato seguito all’accordo che languiva nei cassetti e ora per il sindaco mettere a bando il Movicentro è una “scelta obbligata”. Chi ha ridato vita alla struttura però vorrebbe far valere il lavoro svolto in questi anni, grazie al quale è stato recuperato un luogo prima fatiscente e alla mercé dei pusher.
“Non siamo contro la regolarizzazione, infatti ci siamo detti più volte disponibili a pagare l’affitto. Considerati gli scarsi spazi di ascolto che ci sono stati concessi, pensiamo che il Comune voglia archiviare la nostra esperienza e fare del Movicentro qualcos’altro”, spiega Lucia Panzieri, presidente della cooperativa. Appena venuti al corrente delle intenzioni del Comune, i ragazzi hanno convocato un‘assemblea pubblica aperta alla cittadinanza, una campagna di mailbombing e una raccolta firme. Al raduno hanno partecipato oltre 500 persone, sono state inviate al Comune 1700 email e raccolte oltre 700 firme in un giorno. Se anche la coop decidesse di partecipare al bando, infatti, difficilmente l’esperienza del centro culturale potrà continuare se dovrà vedersela con dei concorrenti commerciali. Più probabile che l’immobile diventi un centro “intermodale” con servizi di noleggio bici, il bar in appalto e qualche negozio.
“Il bar-ristorante nel vecchio contratto era indicato come un luogo con attività di supporto alle attività socio-educative, ma ora fattura 440mila euro e deve adeguarsi alle norme vigenti”, dichiara il sindaco Stefano Sertoli, che invece si smarca dalla maggioranza sull’uso dell’atrio: “Il mio pensiero è che si debba trovare una soluzione intermedia: usarlo per eventi, presentazioni e dibattiti in orario serale, ma riservando per esempio 40 giornate all’anno al Comune” che così potrà incassare dei canoni per l’affitto della sala. “Se il bando dovesse essere frazionato e ci sarà un soggetto che partecipa per tutti i lotti, certamente merita una premialità”, commenta. Alle elezioni di maggio il sindaco uscente sarà appoggiato dal Terzo Polo e non più dal centrodestra, il che spiega in parte la linea conciliante.
“È assolutamente inopportuno che questa vicenda venga regolata a un mese e mezzo dalle elezioni, dopo 2 anni in cui la maggioranza ha permesso che la coop fosse abusiva, con i lavoratori senza contratto”, commenta Francesco Comotto, consigliere di una lista civica di opposizione che lunedì ha presentato una mozione per richiamare la Giunta al “fair play istituzionale”. Per le minoranze comunque non ci sono i tempi tecnici per approvare le manifestazioni d’interesse, anche perché l’immobile deve essere accatastato e bisogna cambiare la destinazione d’uso.
In questi giorni sui social la coop ZAC! ha pubblicato alcuni dati per difendersi dal sospetto di occupare il Movicentro “a sbafo”: 450 ore di pulizia svolte dai volontari ogni anno, 400 ore di assistenza allo studio gratuita e una sessantina di eventi a fronte di 9mila euro incassati dal Comune a titolo di contributo alle bollette.