L’ex segretario di Benedetto XVI nunzio apostolico in Costa Rica? La nomina di Papa Francesco non c’è ancora, ma, secondo il sito spagnolo Religión Digital, la Segreteria di Stato avrebbe chiesto al governo del Paese latinoamericano il gradimento per affidare la guida della nunziatura all’arcivescovo Georg Gänswein. Incarico ricoperto dal 2019 da monsignor Bruno Musarò che il 27 giugno prossimo rassegnerà le dimissioni al compimento dei 75 anni. La Chiesa del Costa Rica è afflitta da gravissimi scandali sessuali. Recentemente, la magistratura del Paese ha condannato la Conferenza episcopale nazionale e l’arcivescovo di San José, monsignor José Rafael Quirós Quirós, a risarcire con 100mila dollari una vittima di abusi da parte di un sacerdote coperto dalla gerarchia ecclesiastica.

Subito dopo la morte di Benedetto XVI, avvenuta il 31 dicembre 2022, monsignor Gänswein ha dato alle stampe il suo libro di memorie, scritto a quattro mani con il vaticanista Saverio Gaeta, intitolato Nient’altro che la verità (Piemme). Nel testo, il presule attacca duramente Bergoglio, alimentando così una dura contrapposizione tra il Papa regnante e l’emerito con cui ha convissuto per quasi dieci anni in Vaticano. Dopo il funerale di Ratzinger, presieduto da Francesco in piazza San Pietro il 5 gennaio 2023, il Pontefice ha ricevuto due volte monsignor Gänswein in udienza nella biblioteca privata del Palazzo Apostolico: il 9 gennaio e il 4 marzo. Nel frattempo, il presule ha lasciato il Monastero Mater Ecclesiae, la residenza scelta da Benedetto XVI all’interno dei Giardini Vaticani per trascorrere gli anni da Papa emerito, e si è trasferito nell’abitazione di 300 metri quadrati al quarto piano di Santa Marta Vecchia assegnatagli per volontà di Bergoglio.

In queste settimane, come ha rivelato lui stesso, Gänswein è impegnato ad assolvere a tutte le pratiche riguardanti l’eredità di Benedetto XVI di cui è l’esecutore testamentario. “Io – ha raccontato il presule – pensavo che avesse due parenti, due cugini, ma sono cinque cugini. Ora per la legge devo scrivere ai cugini che sono i parenti più vicini e devo dire anche per legge: accettate l’eredità o non l’accettate?”. L’arcivescovo, inoltre, ha chiarito che “non sono cose che riguardano il copyright. Tutto ciò che c’entra con i libri, ciò che c’entra con il suo lavoro intellettuale è già tutto chiarito. Riguardo a questi eredi, sarebbe se rimane qualcosa sul conto, alla fin fine sarebbe questo, mentre le cose personali sono quasi tutte da regalare”.

Twitter: @FrancescoGrana

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