“Solo i Jic (Joint industry commitees, ndr), ovvero gli organismi a controllo incrociato che, come nel caso di Auditel, riuniscono tutte le componenti del mercato televisivo (broadcasters, investitori pubblicitari, agenzie e centri media) possono garantire la best practice in termini di trasparenza, indipendenza e inclusività di tutti i soggetti, nonché il corretto funzionamento del mercato dei media e dell’economia digitale in generale”. Lo ha detto Andrea Imperiali, presidente di Auditel (la società che raccoglie e pubblica i dati sull’ascolto televisivo italiano) nella sua relazione annuale al Parlamento, dal titolo “Globalizzazione, mercato, sistemi di misurazione: il ruolo dei Jic nel nuovo contesto mediatico”. L’attività di Auditel e dei suoi omologhi negli altri Paesi “consente di rilevare – in maniera indipendente e imparziale – i cambiamenti nei comportamenti di consumo, che, solo se correttamente e tempestivamente tracciati, possono garantire un vero pluralismo e una compiuta democrazia dell’informazione“, sottolinea Imperiali.
La relazione esordisce ricordando che “sul mercato globalizzato dei contenuti si intrecciano oggi sei diversi settori: la tv, lo streaming, il digital, i videogames, l’hardware e il cinema. Lo scenario competitivo, quindi, si è fatto più complicato e più agguerrito, mettendo a rischio la democrazia digitale“. La tv in streaming, in particolare, “conferma di essere il palcoscenico globale della sfida in atto fra i giganti statunitensi che muovono tutti alla conquista dell’Europa e dell’Asia e, pur di acquisire quote rilevanti di abbonati, adottano politiche di prezzo sempre più competitive. Tuttavia, la competizione tra soggetti che agiscono sullo stesso mercato e si contendono gli utenti finali prosegue, per molti aspetti, in condizioni di concorrenza ancora asimmetriche e non sempre eque né uniformi. E qui”, rivendica Imperiali, “emerge l’importanza del Jic, il modello indicato da Agcom (l’Autorità garante delle telecomunicazioni) come perno della convergenza delle metriche e del presidio del mercato in termini di trasparenza, indipendenza e inclusività di tutti i soggetti. Soprattutto in Italia, dove la tv esercita un ruolo chiave”.