In Italia c’è una necessità sempre crescente di assumere colf e badanti, ma quella che manca è la disponibilità di persone. E’ ciò che emerge dalla ricerca commissionata da Assindatcolf, Associazione nazionale dei datori di lavoro domestico e realizzata dal Centro studi e ricerche Idos. Secondo lo studio, al netto dei lavoratori di paesi dell’Unione europea, il fabbisogno di manodopera aggiuntiva non comunitaria si attesta tra circa 57mila e 68mila persone per l’intero triennio 2023-2025, per una media annua di 19-23 mila nuovi inserimenti dall’estero. Del resto su 961mila lavoratori domestici regolari nel 2021, 672mila erano stranieri (circa il 70%) e tra di loro 514mila provenivano da paesi non comunitari. A questi si aggiungono i numeri degli irregolari.

A partire da questi numeri, lo studio calcola un fabbisogno di manodopera aggiuntiva che oscillerebbe, nel triennio 2023-2025, tra 74mila lavoratori, nell’ipotesi mediana, e 89mila lavoratori, nell’ipotesi massima, che tiene conto anche di quante colf e badanti che andranno in pensione nel frattempo. Il presidente di Assindatcolf, Andrea Zini, ha fatto una richiesta ben specifica, ossia che “questi numeri, che bene descrivono il fabbisogno familiare, e non quello delle imprese, possano trovare spazio nell’annunciata nuova programmazione triennale, da cui il comparto domestico è rimasto escluso negli ultimi 12 anni”.

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