In Gran Bretagna hanno forse trovato un altro modo per risolvere il problema delle pensioni. Il peggiore. Cosa rara tra i paesi occidentali, l’aspettativa di vita degli inglesi, come quella degli statunitensi, non cresce più, rallenta fino a quasi fermarsi o addirittura scendere. E non è più questione di pandemia. Negli anni ’50, il Regno Unito aveva una delle aspettative di vita più lunghe al mondo, classificandosi al settimo posto a livello globale dietro a paesi come Danimarca, Norvegia e Svezia. Ora, secondo i dati aggiornati pubblicati sul Journal of the Royal Society of Medicine. il Regno Unito è al 29mo posto. I ricercatori hanno affermato che il peggioramento è, in una certa misura, riconducibile all’incremento delle disparità di reddito, aumentata notevolmente nel Regno Unito durante e dopo gli anni ’80. Se il dato medio rimane quello di una crescita, seppur quasi azzerata, nelle fasce più povere della popolazione gli indici di longevità hanno ormai iniziato a declinare.
Sta di fatto che alla luce di questi dati il governo britannico sta valutando la possibilità di rallentare l’implementazione della sua riforma delle pensioni in cui è previsto un ulteriore allungamento della vita lavorativa. L’età di pensionamento è attualmente a 66 anni e dovrebbe aumentare a 68 anni dopo il 2044. Ma l’intenzione del governo conservatore guidato da Rishi Sunak sarebbe quella di anticipare l’incremento di due anni al 2037-2039. Una decisione definitiva verrà presa a maggio ma la determinazione iniziale dell’esecutivo ora vacilla. Da quando la riforma è stata annunciata l’aspettativa di vita non è cresciuta come previsto, ridimensionando anche le proiezioni dell’impatto sui conti pubblici. Molti parlamentari conservatori sollecitano quindi il premier a frenare sui tempi della riforma, anche in considerazione dei malumori che potrebbe creare tra gli elettori, la Francia insegna.