I 90 anni di Tinto Brass si avvicinano (26 marzo 2023 ndr). Così il maestro dell’erotismo all’italiana torna a parlare di sé e di attualità. In un’intervista rilasciata a Il Venerdì di Repubblica ricorda i vecchi tempi, i film fatti e non fatti, Rossellini e la Nouvelle Vague, ma affronta anche giudizi sulle nuove eroine della politica: Elly Schlein e Giorgia Meloni. Il regista de La chiave e L’uomo che guarda specifica di non avere alcun rimpianto e di aver imparato dai grandi del cinema ricordando che, ad esempio, Rossellini, con cui lavorò al montaggio per il documentario sull’India, “se aveva passato una bella notte con Sonali Das Gupta era bravissimo, sennò anche lui era svogliato”.
Insomma, sesso come bussola di ieri e di oggi. “Con i maestri della Nouvelle Vague tiravamo tardi in brasserie. Il mio Chi lavora è perduto deve qualcosa a Truffaut, mentre L’urlo più a Godard”, mentre Fellini “si vergognava di confessare che guardava i miei film, così glieli mandavo in anteprima”. Oggi Brass divide un appartamento a Roma con la seconda moglie, la psicologa 62enne Caterina Varzi. “Mi piace Elly Schlein, è una donna che non ha nessuna remora sulla propria vita sessuale e dice di amare le donne e gli uomini ed essere felice. Amare senza distinzione è l’essenza della vita”, spiega il regista veneto che ha accennato anche alla presidente del consiglio Meloni (“In questi mesi si è rivelata incoerente, ha mostrato la tipica caratteristica di chi esercita il potere: la capacità di ingannare, anche se stessi”).
Ma è nelle perle di saggezza sentimental sessuale che Brass rimane inarrivabile. La trasgressione tanto millantata in passato? “Quella vera non esiste più, è diventata una forma di conformismo. L’unica vera trasgressione è ormai l’amore. Io con Caterina l’ho trovato. E ho avuto culo”.