Un ruolo centrale per l’Agcom, che potrà ordinare di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi illecitamente. E pene severe, con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da 2.582 euro a 15.493 euro. Sono le novità contenute nel nuovo provvedimento contro la pirateria digitale che ha ricevuto il primo via libera unanime dell’Aula della Camera con 252 voti a favore e nessun contrario. Ora il disegno di legge passa al Senato. Il testo è pensato per contrastare in particolare la diffusione del cosiddetto “pezzotto“: il termine mutuato dal dialetto napoletano racchiude tutti quei sistemi illegali che consentono di accedere per una cifra irrisoria a contenuti videoa pagamento, come l’abbonamento a Dazn e a Sky, le due emittenti che trasmettano la Serie A e in generale la quasi totalità delle partite di calcio in Italia. Secondo Repubblica, proprio il pallone ha fatto da traino a una diffusione capillare del “pezzotto”, che oggi sarebbe utilizzato da circa 5 milioni di persone per vedere lo sport, ma anche film e serie tv.
Il provvedimento approvato a Montecitorio conferisce allo Stato il compito di riconoscere, tutelare e promuovere la proprietà intellettuale in tutte le sue forme, come strumento di stimolo dell’innovazione, della creatività, degli investimenti e della produzione di contenuti culturali, anche di carattere digitale. Lo Stato dovrà, quindi, tutelare il diritto d’autore da ogni violazione e da ogni illecito, compresi quelli perpetrati mediante la pirateria digitale. Il testo prevede anche forme di responsabilizzazione nei confronti degli intermediari di rete, per rendere maggiormente efficaci le attività di contrasto della diffusione illecita e della contraffazione di contenuti tutelati dal diritto d’autore.
Uno dei problemi nel contrastare il “pezzotto” è infatti la lentezza dell’intervento per chiudere la visione illecita. Un esempio: Dazn individua un canale irregolare e chiede si spegnerlo: serve l’ordine di un giudice, che però arriverà sicuramente dopo la fine della partita, che dura 90 minuti. Il ddl invece prevede l’ingresso in campo dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom). che avrà il potere di ordinare ai prestatori di servizi di disabilitare l’accesso a contenuti diffusi in maniera illecita, anche adottando provvedimenti cautelari in via d’urgenza. Si parla quindi di blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio e di blocco all’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP univocamente destinati ad attività illecite. Nell’ipotesi di contenuti trasmessi in diretta – che riguarda appunto gli eventi sportivi – il provvedimento è adottato, notificato ed eseguito prima dell’inizio o, al più tardi, nel corso della diretta stessa.
L’Agcom poi provvede a trasmettere alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Roma l’elenco dei provvedimenti di disabilitazione adottati. E a quel punto scattano le sanzioni: “chiunque abusivamente esegue la fissazione su supporto digitale, audio, video o audiovideo, in tutto o in parte, di un’opera cinematografica, audiovisiva o editoriale ovvero effettua la riproduzione, l’esecuzione o la comunicazione al pubblico della fissazione abusivamente eseguita, sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni e con una multa da euro 2.582 a euro 15.493″.
“E’ molto importante la decisione adottata sulla legge antipirateria. Sul tema della tutela del copyright l’Agcom è impegnata sin dal 2013 con un regolamento molto innovativo. Avevamo anche già avviato il processo per una modifica regolamentare per recepire le indicazioni contenute nel nuovo testo”, ha detto il presidente Agcom, Giacomo Lasorella, nel corso della Relazione annuale Auditel, precisando che “l’Autorità è pronta a fare la sua parte e cercheremo di organizzarci mettendo un grande sforzo di risorse, personale e attività per esser all’altezza del ruolo a fronte di questa nuova sfida“.