Secondo quanto monitorato dall'azienda svizzera IqAir, il capoluogo lombardo negli scorsi giorni è stato stabilmente ai primi posti della poco lusinghiera classifica. L'associazione che monitora l'aria in città: "Ecco perché gli indici di questo report dimostrano che la situazione che non è assolutamente gestita". Il sindaco: "Da noi solo annunci? Non è vero"
Una qualità dell’aria così pessima da porre la città di Milano tra le prime al mondo per inquinamento atmosferico. Secondo quanto monitorato dall’azienda svizzera IqAir, il capoluogo lombardo negli scorsi giorni è stato stabilmente nella top 10 delle metropoli mondiali più inquinate. Martedì 21 marzo, ad esempio, risultava la terza città al mondo con maggior inquinamento dell’aria e in quarta posizione, invece, mercoledì 22 marzo, preceduta solamente da Teheran in Iran, Shenyang in Cina e Kabul in Afghanistan. Un quadro drammatico più volte denunciato da tante associazioni che chiedono di intervenire al più presto per mettere in campo azioni capaci di contrastare un fenomeno che rimane il più grande rischio per la salute ambientale e che causa malattie cardiovascolari, respiratorie e non solo. Tutto questo mentre il sindaco di Milano promette l’intenzione di “fare di più” ma lamenta l’azione dell’opposizione che “insorge” quando si parla di “limitare il traffico cittadino”.
“Il monitoraggio di IqAir è molto significativo perché sostanzialmente è una sintesi dei dati di vari inquinanti”, spiega a ilfattoquotidiano.it Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria. “In questo momento – aggiunge – a Milano abbiamo il particolato molto alto, il biossido di azoto molto elevato, il PM2,5 (che è il particolato più sottile) altissimo e probabilmente cominciamo ad avere anche problemi con l’ozono, perché inizia a fare caldo e c’è tanto sole”. Cittadini per l’aria è una onlus nata per difendere il diritto di respirare aria pulita e che sul suo sito mette a disposizione una mappa con un motore di ricerca (qui il link) che permette di sapere in un determinato indirizzo di Milano o in una scuola della città la concentrazione annua di biossido di azoto (NO2), “che – si legge sul sito – causa la morte prematura di 1.500 persone ogni anno a Milano”. Si può anche conoscere la percentuale di rischio di asma e di infezioni respiratorie acute nei bambini.
Queste posizioni in classifica “sono evidentemente il sintomo di una situazione che non è assolutamente gestita”, sottolinea Gerometta: “Tutti gli inquinanti, sia quelli di tipo primario che secondario, possono, chi più chi meno, essere gestiti. Per esempio – aggiunge – il biossido di azoto è un inquinante che se elimini le vetture diesel praticamente si annulla quasi totalmente”. “Nonostante il Covid sia stata un’occasione straordinaria per riconvertire completamente la mobilità della città, a Milano è avvenuto esattamente l’opposto: si è tendenzialmente – rimarca Gerometta – liberalizzato quello che prima era un divieto, si sono ampliate le deroghe per le Ztl, attivato quel sistema assolutamente assurdo che si chiama MoVe-In che consente ai veicoli più spaventosamente inquinanti di circolare all’interno delle città”. “In più – aggiunge – la Regione Lombardia sta finanziando chi utilizza la legna per riscaldarsi. E in Pianura Padana utilizzare la legna è una cosa folle perché anche le stufe di ultima generazione hanno emissioni altissime di particolato”. Pertanto, secondo Cittadini per l’aria tutto questo è “il frutto di una somma di misure o contromisure che hanno sostanzialmente fatto il contrario di quello che bisognava fare, aggravando la situazione”.
Per queste ragioni per la presidente di Cittadini per l’aria è necessario “sfatare il mito” di Milano come una delle città più green d’Italia. “Ha un ottimo livello di servizio pubblico che però in questo momento è a rischio – sottolinea Gerometta – perché hanno aumentato il costo del biglietto e ridotto il numero delle corse. Una politica opposta rispetto alla necessità di facilitare e spingere i cittadini verso l’utilizzo del trasporto pubblico. E’ vero che stanno facendo dei piccoli tentativi, ma sono ancora assolutamente insufficienti”. Quindi cosa fare? “La situazione è molto critica ma si può gestire. Politicamente ci vuole la volontà di procedere verso la giusta direzione. E’ chiaro che può diventare un terreno di scontro politico: per questo il sindaco Sala deve chiudersi in una stanza con la sua maggioranza, decidere delle cose e poi portarle a casa. E’ inutile annunciare interventi straordinari per avere 20 giorni di polemiche e poi dire ‘non posso farlo, avete visto’. Bisogna decidere e deliberare e serve liberare subito le strade dalle automobili”.
E proprio il primo cittadino di Milano afferma di essere pronto ad “andare avanti con coraggio” cercando “di fare di più”. In merito al monitoraggio di IqAir Giuseppe Sala commenta sottolineando di non sapere “come nascono queste classifiche, però classifica o no – aggiunge – credo che bisogna fare di più, non c’è dubbio”. E punta il dito contro gli avversari politici: “Come vedete quando cerchiamo di limitare di più il traffico l’opposizione insorge. Questa è una questione che non dovrebbe portare a una divisione politica perché è una questione urgente. Se non si riduce il numero di macchine che circolano per Milano si potrà fare ben poco”. Ma le polemiche e l’opposizione della minoranza possono bloccare gli interventi necessari? Su questo Sala precisa: “Non è che abbiamo solo fatto annunci. Abbiamo per esempio introdotto l’area B. Poi se pensiamo di vedere i risultati in tre mesi allora vuol dire che non capiamo come funzionano queste cose”. Sindaco di Milano risponde anche alle critiche contro l’aumento dei ticket per i mezzi pubblici, visto da molti come un disincentivo al loro utilizzo. “I biglietti – replica Sala – coprono meno del 45% del costo, quindi dovremmo fare lo sforzo di verificare quanto succede a livello internazionale facendo un confronto con i prezzi di Milano e con quelli di altre capitali”. Se da un lato assicura il suo impegno per mettere in campo iniziative utili a migliorare la qualità dell’aria, Sala però precisa: “L’emergenza sull’ambiente si è creata in cent’anni e va risolta poco alla volta”.
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Nell’immagine in alto – 8 Gennaio 2020, Milano avvolta dallo smog in una vista dal 39esimo piano del Palazzo della Regione Lombardia (Foto Claudio Furlan/Lapresse)