“Mi sono salvato per miracolo. Perché lei era incinta di me, e lui ha cercato di pugnalarla. Così, sulla pancia: zac, zac, zac”. Erano questi i racconti di Francesco Pio Valda, il ragazzo napoletano nemmeno ventenne fermato per l’omicidio a Mergellina del 18enne Francesco Pio Maimone, freddato con un colpo di pistola domenica notte perché – stando alle ricostruzioni – gli aveva macchiato le sneaker Louis Vuitton. Repubblica Napoli ricostruisce il contesto, la sua vita precedente: entrambi i genitori hanno perso la potestà. Il padre maltrattava la moglie, poi fu ucciso nella faida dei Cuccaro, clan di San Giovanni Barra. Il ragazzo, nato nel quartiere Barra, due anni fa è stato arrestato per droga ed è entrato in una comunità, da cui è scappato. E’ scattato così il ritorno in carcere, poi l’approdo in un’altra comunità, infine la messa alla prova per tentarne il reinserimento. Fino a domenica sera.
Giovedì mattina si terrà l’udienza di convalida del fermo di Valda, sottoposto a fermo per omicidio con l’aggravante del metodo mafioso dopo essere stato rintracciato dagli agenti della Squadra mobile di Napoli in casa di alcuni suoi conoscenti dove si era nascosto. Difeso dall’avvocato Antonio Iavarone, sarà ascoltato dal gip nel carcere di Secondigliano. Sempre in mattinata sarà eseguita l’autopsia disposta dalla Procura di Napoli sul corpo del 18enne ucciso. La salma sarà poi restituita ai familiari.
Secondo i referenti di Libera Campania “Napoli ripiomba nell’abisso della ferocia omicida, con l’assassinio del 18enne Francesco Pio Maimone, vittima di una violenza esplosa durante la movida del Lungomare. L’episodio allunga la già interminabile scia di giovani vite spezzate dalla criminalità, a Napoli e in Campania. Un fatto di cronaca che riporta alla ribalta un tema che come Libera evidenziamo da sempre: quello dell’emergenza educativa. Alla piaga dell’evasione scolastica che in certe zone della città raggiunge percentuali in doppia cifra, fa da contraltare l’assenza di politiche giovanili, che diano una visione di futuro ai nostri ragazzi. Il fermo del presunto killer di Francesco Pio, un ragazzo poco più grande di lui, rimanda a un identikit già visto troppe volte. Un giovane delle periferie abbandonate – orientale in questo caso – il cui padre fu ammazzato dieci anni fa, in un agguato di stampo camorristico.