“Berlusconi e Salvini sono i putiniani ufficiali, dichiarati e conclamati. Non hanno mai nascosto le loro simpatie e i loro accordi con la Russia. Ma ci sono anche quelli che fanno finta di non essere stati putiniani“. Sono le parole pronunciate a L’aria che tira (La7) dal direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, che a riguardo legge alcuni stralci del suo ultimo libro, ‘Scemi di guerra’ (ed. Paper First): “Giorgia Meloni, che ora fa la super-atlantista, nel 2015 a Otto e Mezzo disse: ‘Putin è meglio di Renzi’. Ora, io non ho mai avuto una grande stima di Renzi ma ci rendiamo conto? Meloni ha paragonato il presidente del Consiglio di un paese democratico, il suo, col capo di un’autocrazia, dove gli oppositori e i giornalisti dissidenti difficilmente muoiono di vecchiaia nel loro letto. Crosetto accusava la Nato di andare a provocare Putin e auspicava rapporti di collaborazione industriale e joint venture per fabbricare blindati Lince coi russi. E oggi è il ministro della Difesa”.
E aggiunge: “La Meloni dovrebbe spiegare perché per 10 anni ha detto che, se fosse andata al governo, avrebbe cancellato le sanzioni alla Russia. Bisognerebbe stare attenti a dire certe cose, perché quando si è dei politici bisognerebbe risponderne, ammesso che qualcuno te ne chieda conto. A me non risulta che qualcuno abbia chiesto conto e ragione alla Meloni e a Crosetto di questo ribaltone di 180 gradi. Molti politici – continua – sostengono che prima Putin era diverso? No, non è affatto vero. Putin era lo stesso che aveva già raso al suolo Grozny e la Cecenia, aveva già distrutto Aleppo, aveva già invaso la Georgia e la Crimea. Erano già morti Anna Politkovskaja e Aleksandr Litvinenko, erano già finiti in galera Alexey Navalny e altri oppositori. Non è vero che Putin lo abbiamo scoperto un anno fa”.
Travaglio conclude: “È per questo motivo che mi girano un po’ le palle nel sentirmi dare lezioni di antiputinismo da gente che è stata putiniana fino all’altro ieri, mentre io in 22 anni non ho mai scritto una riga a favore di Putin. Ti girano davvero a sentire certi ipocriti. Sotto la mia redazione c’è stata una manifestazione di filo-russi – chiosa – che accusava Il Fatto di essere troppo anti-putiniano. E avevano ragione. Noi siamo stati sempre anti-putiniani, dopodiché non è che posso dimenticare che per 8 anni l’aggressore in Ucraina era il governo ucraino e gli aggrediti erano i russofoni del Donbass. Ma non perché me lo dice Putin. Perché è vero”.