In Spagna dal punto di vista sportivo non rischia nulla, in Europa invece il Barcellona trema. L’Uefa ha aperto un’inchiesta sul caso Negreira: i pagamenti effettuati dalla società blaugrana dal 2001 fino al 2018 alla società dell’allora vicepresidente della commissione arbitri, José Maria Enriquez Negreira. In tutto circa 7 milioni di euro, che sono valsi per il Barcellona e i suoi ex presidenti Sandro Rosell e Josep Maria Bartomeu l’accusa ufficiale di corruzione. La Procura spagnola è convinta che dietro a quelle rate ci fosse un accordo specifico: portare avanti azioni “tendenti a favorire il club nel processo decisionale degli arbitri nelle partite giocate dalla Società, e quindi nei risultati delle gare”.
Sono parole che a Nyon hanno letto con attenzione per un motivo specifico. L’Uefa infatti ha fatto sapere di aver chiesto agli ispettori etici e disciplinari “di condurre una indagine su una potenziale violazione del quadro legale Uefa da parte del Barcellona”. Il regolamento in vigore dal 2007 permette all’organo di governo del calcio europeo di escludere dalle competizioni per una stagione le squadre coinvolte in partite truccate. Ecco perché le accuse dei magistrati spagnoli interessano anche a Nyon: se fosse confermato che quei pagati annuali da milioni di euro servivano a garantire al Barcellona favori arbitrali, ci sarebbero gli estremi per escludere il club dalle coppe europee.