Purtroppo non è la prima volta che ci si ritrova a parlare di sicurezza sul web, con riferimento a Whatsapp. Anche il servizio di messaggistica istantanea, così come altre piattaforme o social media, è soggetto a truffe e messaggi sospetti. L’ultima riguarda in particolar modo la versione web di Whatsapp, ovvero quella che utilizziamo direttamente sul computer, associando il nostro dispositivo al pc. Ma veniamo al dunque. Sembra, infatti, che siano arrivate diverse segnalazioni di messaggi pericolosi, che riportano un testo come questo ma sotto forma di immagine: “Ciao, non ti contatto da molto tempo. Non so se ti ricordi ancora di me, quindi ti ho inviato una mia foto. Mi manchi molto. Come stai? Sono passato a un nuovo account Whatsapp e vorrei che tu aggiungessi il mio nuovo account Whatsapp. Possiamo connetterci meglio qui” e poi il link, attraverso il quale i malviventi potrebbero entrare in contatto con i nostri dati personali. Già dal messaggio in sé si può intuire che qualcosa non va, ma è con il prefisso del numero del mittente che si ha la certezza, ovvero +91. Un prefisso internazionale. Si tratta di quello dell’India per la selezione diretta (IDD) e viene utilizzato per effettuare chiamate internazionali in India, sostanzialmente come il nostro +39. “Azzardarci a dire che la truffa sia opera di indiani sarebbe troppo pretenzioso – scrive il Messaggero, che ha riportato la notizia -, certo è che i server e i ripetitori indiani sono spesso usati perchè utilizzano segnali di rimbalzo difficili da rintracciare“.
GLI ATTACCHI HACKER DEGLI ULTIMI GIORNI – Di attacchi hacker, ultimamente, se ne parla sempre più spesso. Solo ieri, nel mirino sono finite l’Atac (Azienda per la mobilità di Roma Capitale), il ministero dei Trasporti, l’Autorità regolatrice dei trasporti, l’aeroporto di Bologna, Camera.it, Difesa.it, il ministero degli Esteri e il sito del Governo. L’attacco è stato rivendicato dal collettivo filorusso NoNameo57. Due giorni fa, invece, era stata la Ferrari a subire un attacco da parte dei pirati informatici, che avevano richiesto un riscatto. Ma la casa di Maranello era stata chiarissima al riguardo: “In linea con la propria policy aziendale, Ferrari non accoglierà nessuna richiesta di riscatto in quanto acconsentire a simili richieste finanzierebbe attività criminali e permetterebbe agli autori delle minacce di perpetuare i loro attacchi”. Infine una rassicurazione: “Abbiamo collaborato con esperti per rafforzare ulteriormente i nostri sistemi, della cui solidità siamo fiduciosi. Possiamo inoltre confermare che la violazione non ha avuto alcun impatto sull’operatività della nostra azienda”.