La società di consulenza Accenture taglia 19mila posti di lavoro: è la sforbiciata più pesante decisa nel settore. Le aziende sono alla prese con il rialzo dei costi e l’incertezza delle prospettive economiche. I tagli costeranno ad Accenture circa 1,5 miliardi di dollari fra le spese di fine rapporto e quelle per “consolidare lo spazio negli uffici”. E sono una mossa “offensiva” per assicurare, spiegano i vertici della società, che Accenture mantenga i suoi target di redditività di lungo termine in un contesto di inflazione elevata. Le riduzioni avverranno in un arco temporale di 18 mesi anche se la metà dei 19mila dipendenti da tagliare lascerà entro la fine di agosto. La società comunque assicura che continuerà ad assumere personale “soprattutto per sostenere la crescita delle sue priorità strategiche”.
L’annuncio dei tagli mette le ali a titoli di Accenture che, a Wall Street, ieri ha guadagnato oltre il 7%. Un risultato che accompagna i risultati dell’ultimo trimestre, durante il quale ha registrato un aumento dei ricavi del 5% a 15,8 miliardi. In Europa i ricavi sono saliti del 6% a 5,3 miliardi di dollari (+12% in valute locali) “grazie al settore bancario, capital markets, e public services. Nello specifico, la crescita è guidata da Italia, Germania e Francia“, spiega la ceo di Accenture, Julie Sweet. Per il terzo trimestre dell’esercisio fiscale 2023 il colosso della consulenza stima ricavi in una forchetta fra 16,1 e 16,7 miliardi di dollari.
Con i tagli di Accenture si allunga l’elenco delle società di consulenza che hanno rivisto la propria forza lavoro alla luce della maggiore incertezza dell’economia. McKinsey ha già annunciato che ridurrà 2mila posti, mentre Kpmg si appresta a eliminare 700 posti negli Stati Uniti e 200 in Australia.
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Nella foto in alto – L’amministratrice delegata di Accenture Julie Sweet