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Il principe William a Varsavia in un locale ‘gay friendly’: ecco cosa ha detto il proprietario

Il fatto che William abbia scelto di unirsi al suo staff sapendo che si trattava di un locale Lgbtqi+ (e che la sua presenza non sarebbe passa inosservata), è stato letto come un gesto di supporto alla comunità gay polacca

di Francesco Canino

Immaginatevi di cenare in un locale di Varsavia e di vedere all’improvviso entrare e sedersi a un tavolo vicino al vostro il principe William d’Inghilterra. È quello che è accaduto mercoledì sera ai clienti del Butero Bistro, ristorante della capitale polacca che viene descritto on line come uno “spazio queer”, ossia un locale gay friendly. A raccontare il clamoroso colpo di scena è stato il Daily Mail, complici alcune foto postate su Twitter dagli avventori del ristorante, che si sono ritrovati ad essere “commensali per caso” dell’erede al trono britannico. Il principe si trovava in Polonia per incontrare le truppe britanniche e polacche di stanza al confine ucraino-polacco, sottolineare ancora una volta la cooperazione e il sostegno al popolo ucraino e, sempre in quella circostanza, ha fatto visita a sorpresa ai rifugiati ucraini ospitati nel paese. Poi la sera, invece di organizzare incontri ufficiali, ha preferito unirsi all’ultimo minuto allo staff di Kensington Palace che ne frattempo aveva prenotato un tavolo in uno dei locale vicini all’hotel.

“Non avevamo assolutamente idea che sarebbe arrivato lui. Avevamo la prenotazione per un tavolo per dodici persone a nome di Daisy e ci è stato detto che sarebbe stata una festa di compleanno per questa ragazza”, ha spiegato Pawel Zasim, il proprietario del Butero Bistro. Peccato che pochi minuti prima dell’appuntamento si sia palesata una guardia del corpo e poco dopo sia entrato il principe William. Senza troppe formalità o rigidi protocolli, William ha ordinato un panino con carne di maiale e patatine fritte (costo complessivo: circa 10 euro) e si è intrattenuto con i suoi commensali per tre ore. “Ha mangiato tutto, quindi penso che gli sia piaciuto”, ha commentato contento il proprietario del locale. E il fatto che William abbia scelto di unirsi al suo staff sapendo che si trattava di un locale Lgbtqi+ (e che la sua presenza non sarebbe passa inosservata), è stato letto come un gesto di supporto alla comunità gay polacca. La quale, va ricordato, anche secondo gli ultimi rapporti internazionali è tra i paesi dell’Unione Europea che meno supportano i diritti degli omosessuali e, ancora oggi, non riconosce ad esempio le unioni tra persone dello stesso sesso.

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