“La scrivente sospenderà la ricezione dei rifiuti presso l’impianto Tmb a far data dal giorno 27 marzo”. La comunicazione è contenuta alla fine di una lettera di due pagine inviata ieri alla Regione Siciliana. Il mittente è Sicula Trasporti, la società finita nel 2020 al centro di un’inchiesta giudiziaria al momento al vaglio del tribunale di Catania, in cui si sono contestano corruzione, reati ambientali e anche presunti rapporti con soggetti contigui ai clan mafiosi. Da allora l’impresa – per cui è stata chiesta la liquidazione giudiziale un mese fa – è guidata dagli amministratori giudiziari, chiamati a gestire un’attività che, con la differenziata ancora lenta nelle grandi città, ancora oggi è fondamentale per metà isola. Sono infatti circa duecento i Comuni che portano i rifiuti indifferenziati a Lentini, al confine di Catania e Siracusa.

Da due anni, ovvero da quando non c’è più spazio nella discarica di proprietà, la spazzatura passa da Sicula Trasporti soltanto temporaneamente per essere lavorata nell’impianto di trattamento meccanico-biologico e poi ripartire verso altri siti per lo smaltimento finale. Una necessità che lo scorso anno ha portato gli amministratori giudiziari a guardare con sempre più frequenza a impianti fuori regione e anche all’estero. Scelta che ha suscitato a più riprese i malumori dei sindaci trovatisi costretti ad approvare importanti aumenti della tassa sui rifiuti. Provvedimenti che sembravano in qualche modo rappresentare un passaggio obbligato nell’attesa che in Sicilia si costruiscano gli impianti utili alla gestione dei rifiuti differenziati.

Così però sembra non essere. Da lunedì i cancelli di Sicula rimarranno chiusi “fino a data da destinarsi”. Ma quel è il motivo? “Nel corso di plurimi tavoli tecnici esperiti a seguito di richieste della scrivente che ha proposto soluzioni volte a ridurre il costo di conferimento – si legge nella missiva inviata, oltre che alla Regione, anche ai Comuni, alle prefetture e al gip che gestisce il sequestro dell’impianto – i competenti organi tecnici hanno sollevato perplessità burocratiche in merito alla possibilità di avviare detti sovvalli a recupero energetico piuttosto che a smaltimento”.

Il riferimento va a una serie di rilievi che, nei mesi scorsi, ricevuti in merito alla destinazione finale dei rifiuti trattati dal Tmb. Nello specifico, per gli uffici regionali, la spazzatura in uscita da Sicula potrebbe essere smaltita soltanto in discarica e non nei termovalorizzatori. Un fattore di qualità del rifiuto che, in linea di massima, potrebbe portare a un diniego da parte della società che lo riceve per immetterlo negli inceneritori. Per Sicula il problema non ci sarebbe – “le caratteristiche del rifiuto lo consentono”, si legge nella lettera a proposito della volontà di mandare la spazzatura nei termovalorizzatori del Nord Europa – ma soprattutto a non esserci sarebbero le alternative. “Non troviamo discariche in cui inviare i sovvalli, non dipende dalla nostra volontà, e se ci costringono a smaltire il rifiuto in discarica la conseguenza è che dobbiamo stoppare i conferimenti”, è il commento raccolto dal fattoquotidiano.it e proveniente da Sicula. E mentre sul futuro della società pesa anche la richiesta di fallimento presentata dalla procura di Catania, la palla passa ancora una volta alla Regione. Il governo guidato da Renato Schifani è chiamato a trovare una soluzione nel giro di pochi giorni per evitare di far ripiombare l’isola in una nuova emergenza.

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