Anche se non in pista, la Ferrari batte ancora i rivali tedeschi. Il costruttore italiano che nel 2022 ha contabilizzato un utile record di 939 milioni di euro (+13%) ha deciso di assegnare un premio produttività ai 5.000 dipendenti che può sfiorare i 13.500 euro. Il bonus viene distribuito non solo sulla base dei risultati aziendali, ma anche in relazione alla “diligenza” dei collaboratori. Fra i parametri ci sono ad esempio le ore di assenza: la dedizione viene riconosciuta. Per il 2021 il premio era stato di 12.000 euro.
Ferrari è stata così nuovamente la casa automobilistica più generosa, anche paragonando il suo bonus a quello dei costruttori tedeschi. In Germania Bmw e Porsche hanno ingaggiato da anni una virtuosa (per i dipendenti) sfida al rialzo su chi assegna il premio più generoso. A margine della conferenza di bilancio, la casa dell’Elica aveva ufficializzato un versamento fino a 9.000 euro a fronte di un utile di 18,6 miliardi. I manager di Zuffenhausen hanno atteso qualche giorno prima di rendere nota la compartecipazione del personale allo straordinario esercizio 2022, archiviato con un nuovo record di consegne (quasi 310.000), di fatturato (37,7 miliardi) e di utili (6,7 miliardi). Ai 27.000 collaboratori che ne hanno diritto, Porsche ha riservato un bonus che può arrivare a 9.050 euro.
Con 14,8 miliardi di utili Mercedes-Benz si è spinta fino a 7.300 euro, peraltro superata da Audi che ne riconoscerà fino a 8.500 con 7,6 miliardi di profitti. Ai propri collaboratori Volkswagen pagherà altri 1.900 euro di premio, che si sommano ai 1.730 accreditati in novembre: il totale è di 3.630 euro, con un aumento di circa il 20% rispetto all’esercizio precedente.
La dinamica è favorevole, ma non va dimenticato che gli azionisti sono stati gratificati da dividendi altrettanto sostanziosi, tanto che è tornata a pagarli perfino il gruppo Renault, nonostante le pesanti sofferenze per la cessione forzata delle attività in Russia. La casa della Losanga aveva anche deciso di assegnare un premio di 1.000 euro ai lavoratori impiegati in Francia, garantendo pure un aumento salariale medio di 110 euro mensili a cominciare dal 2023.
I collaboratori italiani di Stellantis, la multinazionale dell’auto nata dalla fusione tra FCA e PSA che per l’esercizio 2022 ha contabilizzato un utile di 16,8 miliardi di euro, percepiranno un premio di quasi 1.900 euro, circa 500 euro in più rispetto all’anno precedente.
Resta sempre aperto il tema delle retribuzioni dei top manager, che – pur includendo una elevata parte legata ai risultati – guadagnano centinaia di volte il salario di un lavoratore normale. Per il 2021, ad esempio, Carlos Tavares, Ceo di Stellantis era stato pagato oltre 19 milioni di euro, una cifra per raggiungere la quale servono gli stipendi di oltre 700 metalmeccanici occupati dal gruppo nel Belpaese. Per il 2026 il manager portoghese potrebbe raggiungere addirittura i 23,5 milioni.
Lo scorso esercizio si è dovuto accontentare di meno di 15 milioni, mentre alcuni dei suoi colleghi hanno visto lievitare le proprie prebende, che sono tuttavia di gran lunga inferiori. Oliver Blume, Ceo di Porsche e, dallo scorso settembre, anche del Gruppo Volkswagen ha ottenuto quasi 7,4 milioni (contro i poco meno di di 10 del suo predecessore Herbert Diess), mentre Ola Källenius, numero uno di Mercedes-Benz, è passato dai 4,28 milioni del 2021 ai 6,58 del 2022.