Cultura

Dal braille alle stelle: l’arte tra le dita con le opere tattili di Fulvio Morella

di Ilaria Mauri

Il tempo di entrare, salire un paio di gradini, e ci si ritrova bendati. Appena gli occhi vengono avvolti dal buio e la vista viene meno, si scopre fragili, smarriti e vulnerabili mentre per qualche minuto si attende il proprio turno. E poi, come un bimbo che muove i suoi primi passi nel mondo, si raggiunge a tentoni la tenda dietro la quale inizia il percorso espositivo. Si tasta il tessuto con i suoi ricami stellari e poi, guidati come Dante da Virgilio, ci si addentra nel primo spazio fino ad arrivare ad ancorarsi con le mani alle prime due opere. Sembrano simmetriche ma non lo sono, le dita percorrono la superficie del legno, incontrano scanellature, ruvidità, dettagli. E la mente cerca a fatica di tradurre gli imput tattili in immagini, facendoci provare l’ebrezza primordiale della scoperta. Quindi, quando finalmente si viene sbendati, ecco che la luce colpisce la vista e svela le nuove opere di Fulvio Morella, l’artista che ha portato la tornitura del legno nell’arte contemporanea. La sua personale “Romanitas” è la prima mostra del ciclo “Scripta?” e porta allo showroom Gaggenau DesignElementi di Roma un percorso multisensoriale che fonde insieme la visionaria filosofia di Friedrich Nietzsche con i valori esemplari dell’Antica Roma, invitando a riflettere sul futuro dell’esistenza umana. A partire proprio da questa performance, propedeutica a far abbandonare allo spettatore preconcetti e convenzioni, portandolo ad approcciarsi alle opere con una mente svuotata da ogni schema, libera e aperta alla conoscenza.

“Romanitas”, in corso dal 21 febbraio 2023 – XVI Giornata Nazionale del Braille -, mette in mostra la riflessione ontologica dell’artista attraverso numerose opere inedite che appartengono alla serie Blind Wood, un progetto con cui Fulvio Morella ha introdotto in modo compiuto la scrittura in braille all’interno della sua ricerca artistica. Un linguaggio impiegato, da un lato, come elemento decorativo e, dall’altro, come chiave per comprendere e interpretare la forma delle opere, che, a prima vista astratte, rileggono in chiave contemporanea monumenti, luoghi storici e simboli di un’antichità oggi ancora viva come antichi teatri (Ferentino, Tuscolo e Ostia) e maschere della commedia romana. Il risultato sono lavori in legno tornito e per la prima volta tessili – con l’impiego di un tessuto pregiato donato dalla storica azienda francese Lelièvre Paris – che invitano il pubblico ad andare oltre il sipario e diventare artefice della propria vita, liberandosi da un’errata concezione del tempo che imprigiona l’uomo occidentale, secondo cui ogni cosa ha un inizio e una fine, un principio e uno scopo. Come spiega il curatore Sabino Maria Frassà: “Attraverso le inedite opere in mostra Fulvio Morella dà forma compiuta a un’evoluzione quasi futurista del braille, ricca di significati e suggestioni: non più soltanto su legno ma anche su tessuto l’artista ci porta a scoprire in un cielo stellato nascosti e seducenti messaggi in braille”.

Il rapporto tra passato e futuro, tra rovina e rinascita e la teoria nietzschiana dell’eterno ritorno sono elementi centrali nella mostra “Romanitas”. Non c’è alcuna nostalgia nei confronti di un glorioso passato, bensì la consapevolezza che, prima o poi, il passato tornerà. Del resto, cosa ha reso “eterna” Roma se non la capacità di valorizzare il genio umano in tutte le sue forme? Le opere in mostra permettono così di tratteggiare un ideale percorso fatto di simboli: dopo il Pantheon e il Mausoleo di Augusto, in mostra per la prima volta un’opera che reinterpreta l’Anfiteatro Flavio, ma anche immagini archetipiche come quella della clessidra che rimanda al fluire ininterrotto del tempo e che in forme e materiali diversi sarà presente sia in apertura che a chiusura della mostra. Se le armoniche forme geometriche rimangono la cifra caratteristica dell’artista, è sempre più forte nella sua produzione la dimensione concettuale: Morella intende coinvolgere in modo attivo lo spettatore. Geometrie, curve prive di eccessi e di fronzoli sono proprio i segni distintivi della sua ricerca visiva. Nulla è un caso e la tensione alla perfezione e alla pulizia delle forme è una costante nelle sue opere. Per perseguire tale ambizione, da anni la ricerca visiva è solo l’ultimo anello di un lungo processo di sperimentazione e progettazione non solo materica, ma anche strumentale:

“Gli showroom Gaggenau si trasformano ancora una volta in luoghi di esperienze condivise di bellezza, per ritrovare una comunicazione più autentica con sé stessi e con gli altri attraverso l’arte,” commenta Sabino Maria Frassà, curatore della mostra. “Quello che resterà sarà un’esperienza sul doppio piano, visivo e percettivo, attraverso il connubio tra segni, immagini e materiali preziosi, tra vista e tatto”. Uno spirito alla base della ricerca artistica di Fulvio Morella, che integra la percezione visiva dell’opera d’arte con gli altri sensi, principalmente il tatto, e che proprio attraverso l’atto di tornire il legno, eliminando gli strati più superficiali, indaga l’essenza della realtà. La tornitura del legno è così integrata all’esperienza tattile del braille, fino a diventare il punto di partenza per sperimentare insieme al pubblico nuove prospettive e visioni sul futuro: la vera sfida che l’artista ci propone è proprio quella di non fermarci alla superficie delle opere, abbracciando un’esperienza multisensoriale che permetta di scoprire cosa si cela “oltre al sipario”… dal braille alle stelle.

Credits foto: Francesca Piovesan

Dal braille alle stelle: l’arte tra le dita con le opere tattili di Fulvio Morella
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