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Den Harrow choc: “Era un altro a cantare al posto mio, così ho guadagnato 13 miliardi. Poi mi hanno dato del truffatore e sono finito a fare spogliarelli”

di Luca Guarneri

La vita di Den Harrow è sempre stata ricca di colpi di scena, proprio come quello che andiamo a raccontarvi ora. Numerose hit di successo, fan con il poster in camera, ospitate record e una carriera incredibile musicale. Con un “ma”: Harrow non ha mai cantato una canzone. Insomma, è arrivato ad avere sul conto in banca 13 miliardi di lire (e 20 milioni di copie vendute) con qualcuno che, ad insaputa del pubblico, cantava al posto suo. Poi, di punto in bianco, ha perso tutto. Ma come vive oggi Stefano Zandri, 60 anni, icona degli anni 80’? L’artista, che a detta sua potrebbe anche non lavorare più ma continua a fare ospitate, si è raccontato in una lunga chiacchierata a Il Corriere Della Sera. Den Harrow è partito dal rapporto complicato con la scuola e un’adolescenza difficile a causa del bullismo: “Da ragazzino ero dislessico e grasso, venivo bullizzato. Sono stato bocciato in terza elementare: fino ai 13 anni la mia infanzia è stata difficile. Poi mi sono arrabbiato, sono dimagrito 20 chili in un mese, mi sono messo a praticare arti marziali e dopo un anno ho picchiato tutti i bulli che mi avevano menato”.

Poi le serate in discoteca, l’amore sfegatato per Renato Zero cercandone di copiare il look e la proposta arrivata come un fulmine a ciel sereno: “Un giorno mi chiesero se volevo fare il cantante: c’era un disco già pronto, già cantato”. Den Harrow ha quindi proseguito raccontando la genesi del suo nome d’arte: “Negli anni ’80 funzionava così, c’erano personaggi che prestavano solo l’immagine e la voce era di altri. Era la prassi, io avevo 19 anni e mi dissero che mi sarei chiamato Den Harrow: era un gioco di assonanze con denaro”. La dislessia ha ovviamente influito per la memorizzazione dei testi durante le esibizioni in playback: “Mad Desire fece un milione di copie, per Future Brain dovevo fare solo una tappa al Festivalbar, ma le feci tutte e vinsi tra i giovani. Tra l’86 e il 90 ero tra i primi cinque cantanti d’Europa piu popolari tra le teenager, con Simon Le Bon, George Michael, Prince e Billy Idol”.

Nel corso degli anni l’idea di “fregare” la gente ha tormentato Harrow al punto di decidere a 22 anni di chiudere questo capitolo musicale. La situazione però è sfuggita di mano: “Ti piacciono le macchine? — mi chiesero—. Vai a farti staccare un assegno per comprare una Porsche e non rompere le balle. Spesi 95 milioni. Gli sponsor mi davano tutto, non pagavo niente, né hotel né ristoranti. Guadagnavo tantissimo ma non spendevo troppo: buttavo soldi solo in orologi, auto e moto. Ho comprato anche la villa di Grace Jones a Ibiza”. L’intervista è quindi proseguita parlando dell’uso di droghe: “Non sono mai stato tossicodipendente. Ricordo a Londra, una festa in una chiesa sconsacrata con Boy George e George Michael, c’erano ciotole e insalatiere piene. Andavi e ti servivi, montagne di cocaina, tiravano tutti”. A 30 anni poi la vita ha chiesto il conto a Den Harrow. La morte della madre e quel controllo fiscale che, dopo 10 anni di mancati pagamenti, gli portò via tutto lasciandolo con 10 milioni sul conto e la fine della disco dance.

Da star a truffatore, Den Harrow cambia vita non per sua scelta: “Mi ritrovai con brani cantati da 7 voci diverse più la mia. E la gente, tutti grandi intenditori, non si è mai accorta di nulla. Poi quando è uscita la storia tutti a dire: eh sì lo sapevamo, si capiva. E quindi sono stato massacrato: ero il truffatore, quello che aveva imbrogliato la gente”. Cosa fa oggi Den Harrow? “Tantissime serate, revival anni ’80, ma posso anche permettermi di non lavorare”. E il pianto all’Isola Dei Famosi? “Mediaset mi ha rovinato. Mi prendono per il cu*o ancora oggi dopo 16 anni, nonostante tutto quello che ho fatto”. Harrow, in fondo, sembra avere le idee chiare sulla sua vita: “Non vorrei essere Den Harrow. Mi ha dato più rogne che altro”.

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