Cultura

Giornate Fai di Primavera: cosa scegliere tra oltre 750 luoghi in 400 città? Ecco 5 consigli. Come il giardino da cui partì la Breccia di Porta Pia

L’articolo 9 della Costituzione parla apertamente di tutela del paesaggio e del “patrimonio storico e artistico della Nazione”. Come dire che non solo il contenuto, ma anche il contenitore dei luoghi di cultura sono tutelati dalla Repubblica. Se qualche volta ciò passa di mente, ci pensano istituzioni come il Fondo per l’Ambiente Italiano a ricordarci quanto sia essenziale conoscere, tutelare e conservare il nostro patrimonio. Sabato 25 e domenica 26 marzo, infatti, tornano le Giornate Fai di Primavera. Anche in questa 31esima edizione, la manifestazione di punta del FAI offre l’opportunità di scoprire e riscoprire tesori di storia, arte e natura in tutta Italia con visite a contributo libero in oltre 750 luoghi di 400 città, la maggior parte dei quali solitamente inaccessibili o poco conosciuti (l’elenco dei luoghi aperti e le modalità di partecipazione sono rintracciabili sul sito www.giornatefai.it).

Grazie alle Giornate del Fai luoghi poco noti e abbandonati sono tornati all’attenzione del pubblico, e ciò ha cambiato talvolta il loro destino, e luoghi chiusi al pubblico, tradizionalmente non considerati beni culturali, hanno scoperto invece di possedere un valore culturale da promuovere e soprattutto condividere. Questa partecipazione larga e trasversale, guidata da un sentimento civile di orgoglio, appartenenza e responsabilità, fa il successo delle Giornate di Primavera del Fai. Altrettanto ampia e trasversale è l’offerta di luoghi e storie da scoprire o approfondire, nascosti e inediti, curiosi e sorprendenti, originali e affascinanti, talvolta facilmente raggiungibili: ville, chiese, palazzi storici, castelli, musei e aree archeologiche, edifici di archeologia industriale, collezioni d’arte, biblioteche, edifici civili e militari, luoghi di lavoro e laboratori artigiani, e poi parchi, aree naturalistiche, giardini e borghi.

A campione ilfattoquotidiano.it scelto cinque luoghi (tre nella Penisola e uno per ogni grande isola).

Palazzo Ferrero d’Ormea – Torino
A Torino, prima Capitale d’Italia, sarà visitabile (su prenotazione) Palazzo Ferrero d’Ormea, ovvero la sede della Banca d’Italia. Il Palazzo venne costruito nella zona della città oggetto dell’ampio ingrandimento abitativo voluto, nella prima metà del XVII secolo, dal duca Carlo Emanuele I di Savoia. Nel 1913 la Banca d’Italia incaricò poi Giovanni Chevalley di eseguire grandi lavori strutturali e sarà possibile visitare il caveau e le stanze di rappresentanza del piano nobile, che conservano pregevoli stemmi araldici, statue in bronzo, dipinti Sette-Ottocenteschi di autori italiani e francesi e arredi che spaziano dal XVI al XVIII secolo. Particolarmente spettacolari appariranno i velari in vetro decorato che fungono da volta al grandioso Salone del Pubblico.

Villa Bonaparte – Roma
A Roma schiuderà le sue porte Villa Bonaparte, che ospita l’Ambasciata di Francia presso la Santa Sede dal 1950 ed è da poco periodicamente aperta al pubblico. Fu costruita nel 1750 per volere del cardinale Silvio Valenti Gonzaga, segretario di Stato di Papa Benedetto XIV. Da segnalare che quando le truppe del Regno d’Italia aprirono la cosiddetta “breccia di Porta Pia”, nel settembre del 1870, entrarono a Roma proprio attraverso il giardino di Villa Bonaparte. Il percorso di visita della villa si snoderà tra il grande salone al piano nobile, con paraste in stucco e muse monumentali come finte statue a grisaille; poi la stanza egizia, in onore delle campagne militari di Napoleone in Egitto; la cappella con stucchi di epoca settecentesca; la sala da pranzo, arricchita da dipinti del Seicento francese provenienti dal Museo del Louvre; la loggia al piano nobile caratterizzata da un soffitto decorato con un magnifico pergolato che rimanda al lussureggiante giardino.

Piano delle Fosse Granarie – Cerignola, Foggia
In Capitanata (oggi la parte più settentrionale della Puglia), a pochi passi dalla Chiesa di San Domenico di Cerignola si segnala un’antica modalità di conservazione del grano, lo straordinario Piano delle Fosse Granarie, con almeno 600 fosse estese su un’area di 26mila metri quadri. Sebbene non si sappia nulla sulla loro origine, il primo documento storico che le attesta risale al 1225, senza però citare il luogo nel quale si trovano. La loro capacità varia dai 500 ai 1.100 quintali. Al loro interno erano conservati grandi quantità di cereali, semi di lino, fave e mandorle. Le fosse hanno una profondità di 5 metri e un diametro di 4,5 metri, l’imboccatura invece misura 1,25 metri. Per l’occasione verrà eccezionalmente aperto uno di questi “monumenti sotterranei” e si potrà visitare l’adiacente Museo del Grano.

Giardino di Kolymbethra – Agrigento
Da non perdere, in Sicilia, la straordinaria possibilità di visitare una sorta di oasi ai margini di uno dei più importanti siti archeologici del Mediterraneo. Si tratta del Giardino di Kolymbethra, angolo ombroso di paradiso a poca distanza dalla Valle dei Templi di Agrigento. Si narra che durante il V secolo a.C. il tiranno Terone, per approvvigionare d’acqua la città, fece progettare una rete di gallerie che si concludeva ai piedi dell’abitato in una grande vasca detta Kolymbethra, presto adattata a vivaio di pesci e frequentata da cigni e volatili, ma soprattutto capace di trasformare l’arida terra siciliana in un giardino fiorente di piante mediterranee. Questo “luogo di delizia” nei secoli successivi passò alla Chiesa che introdusse gli agrumi, mentre il periodo di massimo splendore lo vide a cavallo tra XVIII e XX secolo, quando divenne una delle mete imprescindibili del Grand Tour.

Oggi il giardino arricchisce le emozioni di chi visita il vicino Parco Archeologico, una totale gioia per i cinque sensi: dal profumo delle zagare al sapore delle mandorle, dall’argento degli ulivi all’umido della terra, al lieve rumore di sottofondo dell’acqua che scorre costante. Il 25 e il 26 marzo si potrà passeggiare lungo gli antichi sentieri, tra gli alberi di agrumi dagli straordinari colori, forme e profumi. Per i bambini e i ragazzi è previsto un Laboratorio didattico-ricreativo. Per gli adulti è in programma la visita guidata del Giardino in italiano e in inglese comprendente anche l’esperienza negli acquedotti ipogei, la monumentale opera dell’architetto Feace che risale al V secolo a.C., lungo un percorso che si sviluppa nel sottosuolo per circa 185 metri. Ai visitatori saranno forniti caschetti di sicurezza con lampada frontale per vivere questa splendida avventura in sicurezza.

Ex carcere La Rotonda – Tempio Pausania, Sassari
Nata come regie carceri nel 1847, ha svolto la sua funzione di struttura detentiva fino alla dismissione nel 2012. La decisione di realizzarlo fu presa nel 1841, quando Tempio venne eletta sede centrale per le carceri del Regno; essendo le vecchie carceri baronali ormai malsane e fatiscenti si riscontrò la necessità di realizzare una nuova struttura appena fuori da quello che era allora il centro abitato. Gli spazi sono stati concepiti in funzione fortemente oppressiva, con un sistema di isolamento e reclusione estremamente rigido: il meccanismo circolare dominante, tipico delle strutture militari, poteva provocare un forte senso di straniamento. Il luogo, normalmente chiuso al pubblico in quanto di pertinenza dell’Agenzia del Demanio e in attesa di destinazione d’uso, è stato candidato tra i Luoghi del Cuore 2022 e ha aperto le sue porte in occasione delle Giornate FAI una decina di anni fa, poco dopo la dismissione come penitenziario.