Mafie

Permesso premio di 12 ore per il boss della Stidda Giuseppe Grassonelli: era in cella da oltre 30 anni, la metà dei quali al 41bis

Trent’anni passati in carcere, la metà dei quali trascorsi al 41bis, fino al permesso premio. Dodici ore in cui è potuto uscire dall’istituto penitenziario di Opera, alle porte di Milano, perché secondo i giudici ha dato dimostrazione concreta di ravvedimento rispetto al suo passato criminale, sebbene non abbia mai fornito informazioni utili alle indagini né abbia collaborato fattivamente con la giustizia. Per il tribunale di Sorveglianza di Milano, Giuseppe Grassonelli, 58 anni, capo della Stidda di Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, meritava quelle 12 ore fuori dal carcere “in un’ottica di risocializzazione”.

Attualmente sottoposto al regime di Alta sicurezza, il boss ha trascorso quasi la metà della sua vita in cella al carcere duro. Da una quindicina di anni, proprio in considerazione del percorso intrapreso dal detenuto, che in carcere ha preso anche due lauree, una in Lettere e l’altra in Filosofia, è invece in Alta sicurezza, il regime che precede il 41bis. Scrivono i giudici del tribunale: “Il percorso carcerario più che trentennale effettuato dal carcerato convince oggi del suo completo e radicale distacco dalle vicende e contesto criminale. La concessione del primo permesso premio si presenta come un passo basilare e utile in un’ottica di risocializzazione”.

Grassonelli, soprannominato Malerba, sta scontando più ergastoli per gli omicidi commessi durante la guerra di mafia che fra gli anni Ottanta e Novanta insanguinarono l’Agrigentino. In particolare Grassonelli scampò miracolosamente alla strage di Porto Empedocle del 21 settembre 1986, in cui furono uccise sei persone tra cui il nonno Giuseppe e lo zio Luigi. Proprio in risposta a questo eccidio il boss avrebbe pianificato un’altra strage con tre vittime, avvenuta il 4 luglio 1990 sempre a Porto Empedocle. Sulla vicenda umana e giudiziaria di Grassonelli, rientrato in Sicilia dalla Germania per vendicarsi dopo essere scampato a ben quattro agguati, è stato scritto anche un libro, Malerba, dal giornalista Carmelo Sardo.