Dopo aver esportato il costume del politicamente corretto, gli Stati Uniti sono pronti a ripetersi con la Gymtimidation. Un termine un po’ oscuro non c’è che dire. Guido Ceronetti, scrittore e italista convinto, scomparso nel 2018, avrebbe rifiutato di comprenderne addirittura il significato. A lui stava a cuore la “lotta di liberazione” dall’inquinamento “angloparlifero” nella lingua italiana, invece di tradurre Gymtimidation in “paura da palestra” che compare quando la si frequenta, perché ci si sente inadeguati. Del resto, ancora prima la parola connotava la paura degli attrezzi. Il fenomeno, soprattutto femminile, è stato fotografato da un sondaggio americano sulla piattaforma Fitrated. Che cosa dice? Che il 65% delle donne e il 36% degli uomini ne soffrono e non vanno in palestra per paura del giudizio altrui. Dati sulla stessa lunghezza d’onda arrivano da analoghi sondaggi condotti in Uk. E in Italia? Non si segnalano ancora indagini approfondite, anche se emerge con forza dalle discussioni sui social. C’è addirittura chi non manca di sbeffeggiare gli impauriti da palestra, invitandoli a prestare le loro braccia all’agricoltura, forgiando mente e corpo a contatto con la natura. Per capire perché la palestra scateni l’ansia anche in coloro che non ne hanno mai sofferto abbiamo sentito il dottor Fabio Sinibaldi, psicologo e psicoterapeuta esperto in psicosomatica, fondatore dell’Associazione per le Scienze Integrative, con sede in Italia e Londra, esperto di Psicobiologia e Psiconeuroendocrinoimmunologia, autore di “Stress, emozioni e salute – Il manuale per i professionisti integrati; Mibes edizioni.”
Quali sono i numeri legati al fenomeno in Italia?
Qui da noi è noto da poco, quindi non ci sono statistiche ufficiali. Tuttavia dai racconti dei pazienti e dei colleghi che seguo nei miei corsi di formazione o in supervisione appare evidente che è un problema reale largamente diffuso, e in crescita. Infatti, l’attenzione per il corpo e l’apparenza sono sempre crescenti, gli standard di riferimento sono molto alti. Ormai anche le persone che si mettono in mostra sui social network hanno caratteristiche simili alle modelle o ai modelli professionisti, ma il pubblico le considera ‘persone normali’ e si sente ancora più inadeguato al confronto. Complici anche i tanti video girati con i telefonini su soggetti ignari, immagini che vengono diffuse in rete e qui iniziano le derisioni.
Andare in palestra e fare attività fisica in mezzo ad altre persone mette ansia. Una paura di essere guardati, giudicati e derisi. Come mai? Che cos’è esattamente questa paura della palestra e perché riguarda più le donne?
Penso che sia interessante cambiare prospettiva. Oggi la maggior parte delle persone va in palestra proprio perché si sente inadeguato/a. In pratica, molte persone entrano in palestra già sentendosi fuori posto. D’altra parte, c’è da dire che chi è in forma tende a mettersi molto in mostra, favorendo la percezione di grande distanza rispetto a chi non lo è. Una volta i ‘veterani’ della palestra avevano uno stile quasi materno/paterno verso i nuovi arrivati, li stimolavano a impegnarsi e gli davano dei suggerimenti. Oggi, non sempre, ma in molti casi, c’è una cultura più individualistica e competitiva. A parte questi fenomeni tipici della palestra negli ultimi anni, bisogna considerare che il confronto, l’apparenza, la tendenza che “non è mai abbastanza”, sono molte diffuse in ogni ambito. Chi si sente inadeguato in palestra lo è ancora di più, perché non ha altri strumenti: si possono fare i conti solo con il proprio corpo, gli attrezzi e i pesi.
Perché per le donne è vergogna e per gli uomini è competizione?
Questa distinzione oggi non è più così netta, ma comunque rimane abbastanza tipica. In parte è culturale: alle donne da secoli viene chiesto di essere belle e curate; agli uomini viene richiesto meno, solo in alcuni ambiti e solo da pochi anni. Inoltre, ci sono aspetti differenti storicamente per i ruoli e le dinamiche sociali che da tempo vengono tipicamente richiesti a uomini e donne. Ciò può essere considerato giusto o sbagliato, ma sicuramente ha lasciato un retaggio culturale profondo ed è, almeno in parte, sostenuto dai diversi assetti ormonali (il testosterone porta ai comportamenti di competizione ed è nettamente più alto nella maggior parte degli uomini). Poi, ci sono aspetti per cui vengono fatte richieste diverse più nelle aspettative tra uomini e donne. Per gli uomini si tratta spesso di aumentare le dimensione dei pettorali, delle spalle o di sollevare più chili. Quindi per un uomo è più facile entrare in una mentalità di sfida con altri uomini (avere il bicipite più sviluppato, sollevare pesi più grandi, ecc.). D’altra parte, indipendentemente da quanto è duro l’allenamento, si ha molto meno controllo sulla possibilità di restringere il giro vita o le dimensioni dei glutei in una donna, e questo crea un senso di limitazione e frustrazione che sostiene i vissuti di vergogna.
Come superare le paure?
In casi come questi ci si può aiutare in diversi modi. Di base chiedersi se la palestra sia la reale soluzione alle proprie insicurezze. Cambiando prospettiva: andando in palestra per avere più energie, per migliorare la propria salute, si sposta l’attenzione su ciò che conta. Inizialmente si possono usare dei trucchetti per non preoccuparsi troppo del proprio aspetto, ad esempio andando in orari poco frequentati, vestendosi in modo da non mettere in risalto il proprio corpo, allernarsi in casa per capire bene l’esercizio, scaricare app che guidano alle serie complete di allenamento. Ovviamente non deve essere una negazione del problema, ma un modo temporaneo per facilitare il fatto di stare meglio quando si è in palestra. La buona notizia è che attivare il corpo aiuta a sviluppare dopamina, endorfine e altre sostanze che favoriscono un miglior umore e motivazione. Allo stesso modo, la consapevolezza corporea e il controllo dei movimenti cambia le mappe corporee e influisce sul senso di sicurezza, quindi è bene aumentare l’attività fisica. Altre soluzioni utili? Prendere in considerazione ambienti più accoglienti e meno giudicanti, ma anche attività diverse: yoga, tai chi, ma anche corsi di arrampicata o andare a fare trekking all’aperto, attività fisiche che fanno bene a tutto l’organismo mente-corpo nel suo complesso.