Due giorni di polemiche, il fermo della Louise Michel a Lampedusa, circa 4mila migranti salvati in due giorni e alla fine la Guardia costiera rompe il silenzio. Lo fa per attaccare le ong attive nel Mediterraneo, accusate sostanzialmente di disturbare il coordinamento delle operazioni di soccorso. Se in occasione del naufragio di Cutro, nel quale sono morte almeno 91 persone, la comunicazione del corpo delle Capitanerie era stata silente a lungo, adesso la risposta arriva velocemente. Con una nota di fuoco.

Le accuse sono mirate e ripercorrono molti degli episodi più discussi avvenuti in area Sar italiana, acque internazionali e acque libiche negli ultimi giorni di grande impegno per salvare decine di imbarcazioni in difficoltà nella rotta che dalla Tunisia porta verso le coste italiane. “Le continue chiamate dei mezzi aerei ong hanno sovraccaricato i sistemi di comunicazione del Centro nazionale di coordinamento dei soccorsi, sovrapponendosi e duplicando le segnalazioni dei già presenti assetti aerei dello Stato”, scrive la Guardia Costiera in una nota sottolineando in sostanza quella che viene ritenuta una sorta di azione di disturbo, di intralcio, da parte delle organizzazioni non governative.

Quindi un attacco anche a Sos Méditeranée, in riferimento all’attacco subito dalla motovedetta libica 656, un mezzo fornito dall’Italia alla Guardia costiera di Tripoli: “L’episodio citato dalla ong Ocean Viking e riferito ai presunti spari della guardia costiera libica nella loro area Sar, non veniva riportato al Paese di bandiera, come previsto dalle norme, bensì al Centro di coordinamento italiano, finendo anche questo col sovraccaricare il Centro in momenti particolarmente intensi di soccorsi in atto”. Quindi il conteggio del lavoro svolto dai mezzi di soccorso della Guardia costiera: “Ciononostante – conclude la nota – in 48 ore sono state soccorse, sotto il coordinamento della Guardia Costiera Italiana, oltre 3.300 persone a bordo di 58 imbarcazioni”.

Nel comunicato, la Guardia costiera ha anche dato una spiegazione al fermo della Louise Michel dell’omonima ong finanziata da Banksy: dopo aver effettuato il primo intervento di soccorso in acque libiche, la nave – spiega la stessa nota – contravveniva “all’impartita disposizione di raggiungere il porto di Trapani, dirigendosi invece verso altri tre barconi sui quali, peraltro, sotto il coordinamento dell’Imrcc, stavano già dirigendo in soccorso” i mezzi della Guardia Costiera italiana. Per questo, ai sensi decreto Ong voluto dal governo Meloni, si è arrivati al fermo della Louise Michel dopo l’attracco a Lampedusa.

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