Cinema

Morto Ivano Marescotti. Addio all’attore per caso che amava Raffaello Baldini e ha illuminato i film di Benigni e Zalone

di Davide Turrini

Addio piccolo grande Ivano. Attore per caso a 40 anni, Ivano Marescotti da Bagnacavallo (Ravenna), geometra comunale prima, caratterista cinematografico sommo e assoluto per Benigni, Zalone e Muccino dopo. Un grande talento comico, un brillante fustigatore politico, un uomo onesto che non si è mai perso tra i vezzi dello showbiz che l’ha voluto su ogni set. Marescotti è morto a 77 anni dopo una lunga malattia. Tante le soddisfazioni artistiche per il ravennate che aveva scelto poi di vivere nel centro di Bologna. La direzione artistica del teatro di Conselice per quasi un decennio, uno spettacolo (La Fondazione) tratto dal poeta romagnolo Raffaello Baldini, e poi i film. Tanti, tantissimi, quasi impossibili da elencare. A partire dalle Strane storie di Sandro Baldoni, L’aria serena dell’Ovest di Soldini, e poi gli exploit clamorosi in Johnny Stecchino e Il mostro di Benigni negli anni ’90; le megaproduzioni internazionali come Hannibal di Ridley Scott e King Arthur con Clive Owen; infine negli anni duemila l’apice da spalla in Cado dalle nubi e Che bella giornata del duo Nunziante/Checco Zalone. Lascia la moglie, ex allieva, sposata in seconde nozze lo scorso anno, Erika Leonelli, e la figlia Iliade avuta con la prima moglie Ifigenia Kanarà.

Marescotti, da impiegato comunale ed attore. “Per fare il mio mestiere ci vuole “Oc, stomich e bus de cul”. “Oc” perché devi essere nel momento giusto al punto giusto, “stomich” perché per andare avanti devi mandare giù rospi, “bus di cul” perché senza questo gli altri due…” Eccolo il bus di cul di Ivano. Quando nell’estate del 1980 non va in ferie e sostituisce un amico attore in uno spettacolino teatrale per bambini alla Montagnola di Bologna. I bimbi si divertono un mondo e Marescottii a quasi 40 anni sceglie di fare l’attore. Via l’impiego fisso per le incertezze del palco. Questo è stomich, insomma. Perché ci vuole coraggio a buttarsi nel vuoto. Amava dire, Ivano, che mentre gli altri diventavano craxiani e berlusconiani lui si dava al teatro. Strada impervia quella intrapresa, quintali di dizione che scioglie le ruvidità del dialetto romagnolo a leggere romanzi in un istituto per ciechi, e poi le chiamate che arrivano e rispondono al nome di Leo De Berardinis, Marco Martinelli, Giorgio Albertazzi. C’è la comparsata che sfugge in Ginger e Fred di Fellini, e per campare ci vorrebbe qualcosina di più duraturo. Altro bus de cul, o forse Ivano avrebbe detto che ha avuto dell’oc lui, è quando lo nota a teatro Silvio Soldini. Il regista milanese in pieno mood dolente e grigio, vuole Marescotti come co-protagonista (è un chimico) del suo film più antonioniano. È il 1991. L’ex impiegato del comune è diventato sul serio un attore di cinema. Tempo di interpretare il caporedattore del più grande quotidiano italiano che rifiuta il pezzo del giornalista (Corso Salani) che indaga sulla strage di Ustica ne Il Muro di gomma ed è tempo di Johnny Stecchino. Anzi di Roberto Benigni che appena lo vede si chiede: ma Ivano fino ad oggi dove sei stato? Marescotti diventa spalla, antagonista di Benigni nei panni dell’arcigno dottor Randazzo in uno dei campioni d’incasso italiani di tutti i tempi. Il comico toscano lo rivuole ne Il Mostro, tre anni dopo, dove interpreta Pascucci e duetta più sciolto e sborone col catatonico Loris (Benigni) finendo anche a fare il mimo passivo sotto il fare erotico del corpo elastico del toscanaccio.

Sempre nel ’94 è protagonista assoluto, anche se diviso per tre nei tre episodi di Strane storie di Sandro Baldoni. Memorabile è la parte grottesca del tizio che non ha pagato la bolletta “dell’aria” e che travolto dalla tosse cerca di andare a saldare la morosità in posta mentre ad ogni metro perde sempre più fiato. Sempre negli anni novanta lavora con Pupi Avati, è il papà di Stefano Accorsi in Jack Frusciante è uscito dal gruppo della Negroni, comincia a lavorare nei film di Carlo Mazzacurati e poi nei primi anni duemila finisce sui set a produzione hollywoodiana come Il talento di Mr. Ripley, Hannibal ma soprattutto è il vescovo Germanius nell’epica storico avventurosa di King Arthur di Antoine Fuqua. “Ho compiuto due bluff clamorosi, visto che non sapevo l’inglese”, ci aveva spiegato Marescotti in un’intervista. “Con Fuqua, una volta che me la sono cavata con il mio inglese maccheronico firmo il contratto e la produzione mi dice “of course, è un film di cavalieri quindi è sottointeso che lei sappia cavalcare”. Io, che al massimo, ho visto i cavalli nei film western ho risposto: “of course”. Tra il 2009 e il 2011 poi la consacra zie da brillante caratterista a fianco di Checco Zalone sia in Cado dalle nubi che in Che bella giornata dove fa il colonnello Mazzini e impazzisce di fronte al ciclone zaloniano. Tra il 2017 e il 2018 una perla e un successo stratosferico: è prezioso coprotagonista di Lovers di Matteo Vicino e nella parte che Muccino voleva per Johnny Dorelli affianca magistralmente la “moglie” Stefania Sandrelli come capoclan della nutrita famiglia protagonista di A casa tutti bene.

Il teatro e la politica. Marescotti ha sempre coltivato con grande umiltà un amore sincero e profondo per il dialetto romagnolo e si è dedicato alle opere di Raffaello Baldini, portandole in scena più volte, tra cui l’apice più organico e formale è La fondazione, una produzione ERT che gira i palchi italiani. Il suo attaccamento al teatro l’ha portato a diventare per quasi dieci anni direttore artistico del teatro di Conselice (Ravenna) e recentemente fondatore di un Accademia che prende il suo nome e che ora ne dovrà onorare la carriera e gli insegnamenti. Fiero antifascista, nel 2014 Marescotti si candida alle Europee nella Lista Tsipras e finisce al centro di un boicottaggio Rai da mettere negli annali. “La Rai ha compiuto un atto di cialtronaggine senza precedenti”, spiegò Marescotti al Fattoquotidiano.it, “Mi hanno cercato alle 9 della mattina di Pasqua e poi per tutto il giorno e anche a Pasquetta. Mi hanno fatto pressione, attraverso la mia agenzia, perché firmassi il nulla osta per autotagliarmi dalla fiction Un buona stagione. Ovviamente ho risposto di no, più e più volte, e i produttori e la Rai hanno agito comunque senza il mio consenso”. Marescotti peraltro ha recitato in decine di fiction di successo su Rai1 tra le quali ricordiamo Raccontami, I liceali, L’Oriana, Don Matteo.

I post di spettacolo e politica che scrisse Ivano Marescotti per il FQ.

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