Lobby

Poltrone pubbliche, alla guida di Mps resta Lovaglio. Il risiko su Eni e la boutade della Lega sull’euroscettico Rinaldi alla presidenza

Si comincia a comporre il puzzle delle nomine nelle aziende pubbliche. Sabato il Tesoro ha confermato per il Monte dei Paschi di Siena l’ad Luigi Lovaglio – che ha chiuso il bilancio 2022 in perdita causa costi di ristrutturazione – mentre per la presidenza al posto di Patrizia Grieco ha indicato l’ex presidente Enav Nicola Maione, già consigliere indipendente dell’istituto oltre che consigliere Abi. La lista depositata dal Mef per il nuovo cda comprende per il resto diversi avvocati e docenti: Paola Lucantoni, Annapaola Negri Clementi, Laura Martiniello, Lucia Foti Belligambi, Domenico Lombardi, Donatella Visconti, Paolo Fabris De Fabris, Renato Sala, Gianluca Brancadoro e Stefano Di Stefano. La partita per le grandi partecipate quotate Eni, Enel, Terna, Leonardo e Poste resta invece aperta anche se diverse caselle sembrano ormai assegnate. L’attenzione da parte dei partiti della maggioranza in vista della scadenza del 13 aprile è ovviamente altissima e in queste ore fioccano nomi e non si contano gli sgambetti. Sulla partita delle 19 società controllate direttamente dal Mef con consiglieri e sindaci in scadenza lavorano direttamente la premier Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, Antonio Tajani, e Gianni Letta.

Grande attivismo da parte della Lega, che nei giorni scorsi ha reso palesi le tensioni disertando le comunicazioni al Parlamento della premier Giorgia Meloni alla vigilia del Consiglio Europeo. Sabato Il Foglio ha rivelato che il Carroccio vorrebbe alla presidenza dell’Eni l’euroscettico Antonio Maria Rinaldi (che rivendica di essere stato negli ani 90 direttore generale della Sofid, finanziaria capogruppo del Cane a sei zampe. Una ipotesi che ha fatto subito partire il Pd all’attacco e il partito di Salvini in difesa. Sulla poltrona di ad dovrebbe invece restare Claudio Descalzi.

Meloni l’8 marzo ha annunciato come obiettivo una donna alla guida di una grande partecipata. Così all’Enav potrebbe tornare l’ex ad Roberta Neri. Mentre sembrerebbe in stand by qualsiasi iniziativa per dare un ruolo alla pur quotata Elisabetta Belloni, attuale direttore del Dis (servizi). Stefano Donnarumma, attuale numero uno di Terna, sembra in queste ore restare in bilico tra la riconferma nel ruolo che ricopre e il suo arrivo all’Enel. La Lega, si racconta, spinge in questa direzione, da FdI ci sarebbe più freddezza in generale sul nome. Potrebbe spuntare per il gestore della rete elettrica anche un’altra soluzione interna. Nella roulette dei nomi si fa con insistenza quello di Giuseppe Lasco, attuale condirettore generale di Poste.

Per l’Enel da giorni circola anche il nome di Paolo Scaroni, ex ad del gruppo nonché del Cane a sei zampe. Meloni però vorrebbe più presenza femminili e tra i possibili profili è uscito quello di Giuseppina Di Foggia, attualmente alla guida di Nokia Italia. Sembrerebbero scendere invece le quotazioni di Lucia Morselli, ex Ilva, altro nome rimbalzato nei rumors degli ultimi giorni.

Per sostituire Alessandro Profumo nel ruolo di ad di Leonardo resta l’ipotesi della soluzione interna come quella di Lorenzo Mariani, ad della controllata Mbda Italia, spinto dal ministro della Difesa Guido Crosetto. L’ex ministro del governo Draghi Roberto Cingolani, gradito da Meloni, è entrato a far parte nei giorni scorsi del board del nuovo Fondo per l’innovazione della Nato, un ruolo che lo avrebbe escluso dal giro di valzer per le big di Stato.

Un punto interrogativo, per molti interlocutori di maggioranza, sembra ancora essere la soluzione per i vertici delle Poste. Possibile la conferma di Matteo Del Fante, ma anche qui il Carroccio vorrebbe un deciso cambio di passo anche se il nome di Flavio Cattaneo potrebbe finire per sparigliare le carte sul tavolo.