Anche da “defunta”, Alitalia non smette di creare grattacapi. La Commissione europea ha concluso oggi che il prestito ponte da 400 milioni di euro concesso alla compagnia nel 2019 rappresenta un aiuto di Stato illegale ai sensi delle norme comunitarie. L’Italia ora deve quindi recuperare dalla compagnia l’aiuto di Stato illegittimo, maggiorato degli interessi. Lo ha annunciato lo stesso esecutivo Ue. Complicato capire come, visto che Alitalia è stata messa in liquidazione alla fine del 2021. Al suo posto ha debuttato Ita Airways che però, tecnicamente, non ha una continuità aziendale con la vecchia compagnia. “L’esclusione di Ita dalle richieste di restituzione del prestito ponte ad Alitalia è la dimostrazione che siamo nel giusto e continueremo su questa strada. Le conclusioni della Commissioni Ue erano attese e ampiamente previste”. Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

In particolare Bruxelles ritiene che, concedendo il prestito, l’Italia non si è comportata come avrebbe fatto un operatore privato, non avendo valutato in anticipo la probabilità di rimborso dei prestiti, più gli interessi, ma volto a garantire la continuità del servizio dei voli nazionali e internazionali di Alitalia. Inoltre, la Commissione ha ritenuto che l’aiuto non potesse essere approvato come aiuto al salvataggio ai sensi degli orientamenti sugli aiuti per il salvataggio e la ristrutturazione. In particolare, Alitalia aveva già beneficiato di aiuti precedenti, vale a dire i due prestiti concessi nel 2017. Pertanto, il nuovo prestito violerebbe l’obbligo una tantum previsto dagli orientamenti per il salvataggio e la ristrutturazione.

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