Era arrivato morto in ospedale ed era scattata subito un’inchiesta. Due donne sono state fermate dai carabinieri per la morte di un neonato, vicino a Roma, avvenuta venerdì scorso a causa di una circoncisione praticata in casa. Le due donne, di origine nigeriana, sono accusate di omicidio preterintenzionale aggravato ed esercizio abusivo della professione. Anche la madre del bambino, 33 anni, è indagata in stato di libertà, indiziata per concorso in omicidio preterintenzionale.
Nei giorni scorsi la madre del neonato – che viveva sola con il figlio, il marito lavora all’estero – ha chiesto ad una delle due nigeriane di contattare la seconda per eseguire la circoncisione al figlio nella propria abitazione di Montecompatri, ai Castelli Romani. Ma la mattina del 24 marzo scorso la mamma, disperata, vedendo lo stato in cui versava il figlio, ha chiamato il 112 e ha chiesto aiuto a una pattuglia di Carabinieri della Stazione di Colonna. “Aiutatemi mio figlio sta male, devo correre in ospedale”, ha detto ai militari. Il piccolo sanguinava e la gravità delle sue condizioni è stata subito chiara ai carabinieri che hanno scortato l’ambulanza in ospedale; per il bambino, di appena 20 giorni, purtroppo non c’è stato niente da fare, i medici del pronto soccorso del policlinico di Tor Vergata non hanno potuto fare altro che costatarne il decesso.
Sono stati sequestrati i cellulari delle due donne e della madre del neonato e, nell’abitazione di una delle due fermate, la somma di euro 4.240, ritenuta provento dell’esercizio abusivo della professione, numerose siringhe e medicinali vari. Le donne sono ora detenute a Rebibbia in attesa della convalida. È atteso anche l’esito dell’autopsia sul corpo del piccolo. Per motivi culturali, religiosi o igienici tra i 4.000 ed i 5.000 bambini stranieri ogni anno in Italia vengono sottoposti alla circoncisione, di questi tra i 1400 ed 1750, pari al 35%, subiscono la pratica clandestinamente, e spesso non da medici, con il rischio concreto di infezioni ed emorragie che in alcuni caso possono diventare letali per i piccoli. Ai bambini che muoiono si aggiungono quelli, e sono centinaia ogni anno, che arrivano al pronto soccorso con malformazioni o infezioni e spesso danni permanenti. I dati dei bimbi circoncisi in Italia raddoppiano, arrivando a 9.000/10.000 bambini l’anno, se si considerano quelli che, pur vivendo in Italia, durante le festività – soprattutto musulmane – vengono sottoposti alla pratica nei paesi d’origine. Ad alimentare il mercato clandestino sono anche i molti irregolari che ovviamente non possono rivolgersi a strutture autorizzate. Sempre a causa di una grave emorragia un bambino è morto nel 2019 a Genova, un altro era morto nel dicembre 2018 a Monterotondo, in provincia di Roma, nel 2016 morì un bimbo a Torino e prima ancora ci furono altre vittime a Treviso e Bari.