Il difficile equilibrio tra la nuova normativa sulla presunzione d’innocenza e l’esercizio del diritto di cronaca è stato al centro di un incontro a Milano organizzato dall’Associazione lombarda giornalisti e dal Gruppo cronisti lombardi. Un confronto sulle conseguenze della Legge Cartabia, sui danni causati dalla stessa all’informazione (con la scusa della presunzione d’innocenza) e sui rischi per la libertà di stampa in Italia. A intervenire sono stati: Fabio Roia, presidente del Tribunale di Milano, Giulio Enea Vigevani, professore ordinario di Diritto costituzionale e dell’informazione all’Università Bicocca di Milano, Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano, Carlo Melzi d’Eril, avvocato penalista e i cronisti del Corriere della Sera Giuseppe Guastella e Cesare Giuzzi. Dibattito moderato da Marinella Rossi, cronista di giudiziaria e membro della giunta dell’Associazione lombarda dei giornalisti.
“Credo che non sia necessario un filtro a monte delle informazioni ma che queste vengano liberamente date. Andrebbe data più fiducia ai giornalisti, alla loro deontologia e alla loro capacità di autocontrollo”, ha detto il presidente del Tribunale di Milano, Fabio Roia. “Il risultato della legge Cartabia è stato quello di non prevedere un divieto preciso di non dare notizie ma questo è indiretto, dando solo ai procuratori della Repubblica la facoltà di decidere cos’è di interesse pubblico o meno e, in sostanza, facendo fare loro il nostro mestiere”, ha aggiunto Giuseppe Guastella, cronista di giudiziaria. Sulla stessa linea il collega Cesare Giuzzi che ha puntato l’attenzione anche sugli abusi commessi dai politici: “Gli stessi che hanno votato la Legge Cartabia – ha sottolineato – hanno spesso utilizzato fatti di cronaca e inchieste finite sui giornali per esprimere delle opinioni che non rispettano nessun codice deontologico minimo. Gli abusi sono stati spesso da parte loro”.
Critiche alla nuova normativa sono arrivate anche dal presidente dell’ordine degli avvocati di Milano che ha parlato comunque della necessità di “trovare la giusta via di mezzo che consenta una garanzia totale dei diritti dell’indagato o dell’imputato e il diritto della stampa e, in generale, della pubblica opinione ad avere il massimo della consapevolezza di quello che accade”, ha commentato Antonino La Lumia. Per i giornalisti lombardi il prossimo appuntamento sarà una manifestazione contro la Legge Cartabia mercoledì 29 marzo davanti al Palazzo di Giustizia di Milano: “I cittadini devono capire che se viene meno il diritto di cronaca è l’informazione a cadere, che è un pilastro della nostra consapevolezza”, ha dichiarato Fabrizio Cassinelli, presidente del Gruppo cronisti lombardi: “Non è un problema dei giornalisti, è un problema dei cittadini”.