Galilea, Gerusalemme, Striscia di Gaza, Tiberiade: esistono termini, nomi di luoghi dal suono quasi magico, root, fondante. Vanno alle radici della nostra anima. I toponimi della Terra Santa, di Palestina e Israele, parlano di una piccola regione con una grande storia, di un fazzoletto di terra polverosa che incanta e ferisce da millenni. “Lascia il segno, con le sue mille contraddizioni, ma soprattutto con la sua bellezza” scrive don Paolo Scquizzato, autore con Paolo Pellegrino di Terra Santa, nei luoghi di Gesù. Un viaggio alle origini (Effatà editrice), libro che consiglio caldamente, tanto più in queste settimane di Pasqua, avendo percorso quei luoghi più di una volta, anche con don Paolo: una guida di tal genere è essenziale, per preparare il viaggio o per riviverlo.

Paolo Scquizzato è un biblista torinese, lavora presso la diocesi di Pinerolo. È un prete che si occupa di formazione spirituale; responsabile dell’Ufficio per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso, insegna Antropologia Teologica presso l’Università Cattolica e ha fondato la Scuola Diffusa del Silenzio. Ha scritto la guida con Paolo Pellegrino, già professore di storia e filosofia e fondatore, con la moglie Gabriella, della casa editrice Effatà, che nel 2025 compirà trent’anni.

Il libro raccoglie “ricordi, sensazioni, emozioni – scrive don Paolo – in una parola ciò che il cuore ha conservato dopo decine e decine di viaggi”.

“Alcuni passi del Vangelo puntellano – dice – come solida luce, il lento incedere su questa terra antica e sempre nuova, immersi in un’atmosfera così densa e pesante perché carica di preghiere”. E carica di drammi, naturalmente, storici e politici, dei quali abbiamo parlato nei nostri viaggi. Il libro accenna a questa complessità, cita Bansky a Betlemme ad esempio, racconta i suq dei quartieri arabi e il lago di Tiberiade o Nablus, città che nel nome ricorda Napoli, “Neapolis”.

Ricco di illustrazioni e con QR code che rinviano ad approfondimenti, il libro offre costanti i riferimenti a storia, antropologia, ecologia. Consente innanzitutto un viaggio dello spirito, di meditare e riflettere. L’esperimento, quello che noi scrittori-giornalisti e viaggiatori ogni volta tentiamo con i romanzi e i reportage, è connettersi condensando emozioni sulla pagina, pensieri che poi altri, leggendo, faranno rinascere.

La Terra Santa è un pugno di luoghi che risuonano: “La Terra Santa non è un luogo. È un’esperienza, uno stato d’animo, una sensazione” scrive don Scquizzato. Una vertigine, un abisso anche di guerre purtroppo, dal quale non bisogna perder la speranza di uscire. Perché qui ha piantato la tenda la verità, calamita irresistibile per ogni viaggiatore vero, che getta lo scandaglio in fondo alla propria anima.

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