Frutto mediterraneo per eccellenza, l’arancia non ha bisogno di molte presentazioni: tutti sappiamo che può essere a polpa arancione o rossa e che ne esistono tante varietà, tutte gustose. Ma la buccia tendiamo spesso a buttarla; al massimo la mettiamo sul calorifero per profumare l’aria. Ne sprigiona un aroma fresco e piacevole dovuto agli oli essenziali presenti nelle numerose ghiandole della scorza e provvisti di tante proprietà. “Molti studi in laboratorio hanno mostrato che estratti della buccia, gli oli essenziali, e della polpa di arancia presentano una interessante attività antimicrobica, antifungina e antiparassitaria, anche nei confronti di microrganismi resistenti ad alcuni dei farmaci comunemente utilizzati”, spiega Maurizio Tommasini, biologo nutrizionista di Perugia. I ricercatori si sono occupati anche del ricco contenuto di antiossidanti della scorza d’arancia, arrivando a risultati promettenti, anche se non sempre conclusivi. La buccia contiene infatti flavonoidi e isoflavoni, cui si attribuiscono proprietà antitumorali, oltre a esperidina, un bioflavonoide che pare abbia effetti protettivi per i problemi di circolazione. “Per quel che riguarda l’esperidina e gli altri flavonoli presenti nell’arancia c’è da notare che, a differenza di quello che avviene per molti composti biologicamente attivi presenti in altri frutti, l’assorbimento a livello intestinale sembra essere rilevante”. Una volta privata della parte bianca amara, la buccia (rigorosamente bio!) può quindi essere grattugiata per aromatizzare piatti dolci e salati, oppure affettata, ricoperta di acqua fredda e fatta riposare per qualche ora: si avrà così una gradevole bevanda rinfrescante. L’infuso ricavato dalla scorza essiccata è ritenuto digestivo, aperitivo e calmante.

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