VENEZIA – Il “Bosco dello sport” è uno dei progetti italiani inseriti nel Pnrr che hanno messo il bastone tra le ruote all’Italia rispetto all’erogazione della terza tranche da 19 miliardi di euro da parte della Commissione europea. Il nome, evocativo di suggestioni ambientaliste, riguarda il progetto di realizzare a Tessera, che si trova tra Mestre e l’Aeroporto Marco Polo, una cittadella che comprenda uno stadio da 16mila posti e un palasport da 10mila posti, inseriti in un parco di 79 ettari. È un progetto che da almeno vent’anni costituisce una specie di Araba Fenice per l’amministrazione comunale veneziana. A dare un’accelerata è stato il sindaco Luigi Brugnaro, alla guida di una giunta di centrodestra, che è proprietario della squadra di basket della Reyer. Potrebbe così utilizzare una nuova struttura per disputare il campionato di serie A. Si tratta di un progetto impegnativo, dal costo che si aggira sui 300 milioni di euro, 93 dei quali coperti dal Pnrr. Della parte restante si farebbe carico il Comune di Venezia.
Le incompatibilità dell’opera con i fini del Pnrr erano già state sollevate lo scorso autunno sia dai Cinquestelle che dai Verdi. L’eurodeputata Sabrina Pignedoli aveva presentato un’interrogazione alla Commissione, illustrandola in una conferenza stampa assieme al deputato Enrico Cappelletti e all’ex senatrice Orietta Vanin. “I fondi del Pnrr non possono coprire tutte le necessità, ma finanziano solo determinati capitoli di spesa, indirizzati al Green, all’innovazione o alla riqualificazione delle periferie urbane” aveva detto, prevedendo le possibili valutazioni contrarie in sede Ue. “Se vengono utilizzati per altre finalità, la Commissione Europea quando valuta i progetti non li finanzia. Il progetto va avanti, ma poi si trova senza copertura finanziaria da parte dell’Europa”.
Un’interpretazione non infondata, visto che la Commissione ha chiesto tempo per approfondire la richiesta. I Cinquestelle hanno spiegato che il progetto approvato dal Consiglio della Città Metropolitana di Venezia e dal Comune “si pone completamente al di fuori dei requisiti, delle prescrizioni e delle condizioni previste dal Pnrr: non siamo in aree urbane disagiate, ma in un paesaggio agrario con fiumi di risorgiva, flora e fauna significative, suggestivi percorsi nel verde”. La realizzazione comporterebbe, inoltre il consumo di 40 ettari di suolo verde, in contrasto con le finalità del Regolamento ispirate al principio di “non arrecare danno significativo agli ambienti naturali”. Inoltre l’area sorge a ridosso del sito dell’Unesco “Venezia e la sua Laguna”, per il quale la città lagunare è già oggetto di una verifica dell’Unesco per scarsa tutela del bene.
“La Cittadella nulla ha a che vedere con i piani di recupero urbano delle periferie di cui parla il Pnrr. – aveva dichiarato Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera dei Deputati – Invieremo al commissario Gentiloni i nostri dossier preparati a sostegno dell’interrogazione parlamentare presentata che non ha avuto ancora una risposta”.
Le notizie che arrivano da Bruxelles sono state commentate del sindaco Luigi Brugnaro con preoccupazione, cautela e dichiarazioni di attivismo. “È una situazione che nessuno si augurava. Io sono sempre fiducioso, ma vedremo. La cosa buona di questa faccenda è che l’Italia è unita nel difendere i progetti da fare, anche per il futuro dei giovani. Abbiamo deciso tutti insieme di resistere, come Comuni, Anci e Governo”. Ma “non si possono impedire progetti già pronti: c’è chi dice che siamo in ritardo su tutto il resto e poi fermiamo quelle poche cose che stanno andando avanti. È assurdo, così si fanno solo chiacchiere e non si conclude niente”. Lapidario il consigliere comunale di minoranza Giovanni Andrea Martini (del gruppo Tutta la Città Insieme): “I fondi del Pnrr per la rigenerazione urbana vanno investiti in rigenerazione urbana, non in un nuovo stadio e in un’arena per concerti, investimenti che alterano gli equilibri dei territori e producono maggiori vantaggi per i privati che per i cittadini”.